Minniti fa il giro d'Europa per rompere l'isolamento

Ieri vertice a Parigi con Francia e Germania, poi altri due summit. Il ministro: «La partita si gioca in Libia»

Francia e Germania al fianco dell'Italia. Si conclude con un successo la prima tappa del tour europeo del ministro dell'Interno Marco Minniti per far fronte all'emergenza immigrazione. Dal vertice di Parigi, cominciato ieri sera alle 20 e durato oltre due ore e mezza, esce sostanzialmente un accordo sulla linea italiana. «Piena intesa» così i partecipanti all'incontro sottolineano l'accordo raggiunto fra Italia, Francia e Germania per affrontare l'emergenza migranti in vista della riunione informale dei ministri dell'Interno dell'Ue in programma giovedì a Tallinn, in Estonia.

I punti chiave, che stanno molto a cuore a Minniti, sono la regolamentazione delle azioni e dei finanziamenti delle Ong e più fondi per consentire alla Libia il controllo delle coste. Alla cena di lavoro di Parigi erano presenti tra i ministri dell'Interno dei tre Paesi (oltre a Minniti, Gérard Collomb e Thomas de Maiziere) e il commissario europeo all'Immigrazione Dimitris Avramapoulos.

«La discussione sono andate molto bene e le proposte italiane sono state discusse», questo il commento che filtra da un membro della delegazione italiana presente alla cena di lavoro di Parigi all'hotel de Beauvau. L'incontro a quattro, durato due ora e mezza, è servito anche a preparare il Consiglio Affari Interni Ue in programma a Tallin in Estonia (presidente di turno) giovedì e venerdì, dove Minniti è pronto a presentare il suo documento articolato, ora forte del sostegno di Parigi e Berlino, sulla regolamentazione delle attività delle Ong che salvano i migranti alla deriva nel Mediterraneo e che finora li hanno sempre portati in Italia: quasi 84mila dall'inizio dell'anno, il 18,7 per cento in più rispetto al 2016. Una fonte francese ha ricordato che l'obiettivo dell'incontro era «trovare una risposa coordinata e concertata al flusso di migranti che seguono la rotta del Mediterraneo centra e per vedere come aiutare gli italiani». Risposta che è stata trovata.

L'intesa di Parigi rappresenta un (parziale) successo per il governo italiano dopo che il presidente Macron di fatto nei giorni scorsi aveva scaricato l'Italia, sottolineando che l'80 per cento dei disperati che arrivano sulle nostre coste sono migranti economici. Ma quello di ieri è stato soltanto il primo appuntamento di una serie di vertici europei sulla questione profughi. Mercoledì a Strasburgo, ci sarà la plenaria con i presidenti di Commissione e Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, mentre giovedì e venerdì a Tallin, in Estonia, il Consiglio Affari Interni. Minniti con i partener batterà cassa, cercando di portare a casa qualcosa sull'immigrazione, in particolare il protocollo di azione per le navi delle Ong straniere e una più equa distribuzione dei migranti che arrivano via mare. «La partita fondamentale si gioca in Libia», ha detto il ministro dell'Interno chiarendo che ormai è «il confine meridionale della Libia il vero confine meridionale dell'Europa». È da lì che arriva il 97 per cento dei profughi, anche se tra loro non ci sono libici, ed è lì che bisogna lavorare, come si sta facendo, per creare un governo stabile che possa ostacolare i trafficanti di uomini.

In un colloquio con il Messaggero Minniti ieri è tornato sull'ipotesi di chiudere i porti, sottolineando che se gli unici approdi di sbarco dei migranti sono italiani (gli ultimi 413 sono arrivati

ieri a Reggio Calabria) c'è qualcosa che non funziona e auspicando che una nave, una soltanto, raggiunga prima o poi un altro porto europeo: «Non risolverebbe i problemi dell'Italia, ma sarebbe un segnale straordinario».

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