Berlino È stata un'azione dettata dalla follia omicida, ma non si è certo trattato di un raptus. Ali David Sonboly, il diciottenne tedesco-iraniano che venerdì sera ha sparato davanti al centro commerciale Oez di Monaco uccidendo nove persone e ferendone altre 35 aveva pianificato tutto. «Si stava preparando da un anno», ha svelato in conferenza stampa il capo della polizia bavarese Robert Heimberger. Ma non era solo. La polizia infatti ha arrestato un sedicenne afghano, amico e connivente del giovane stragista. Secondo le forze dell'ordine il ragazzo sarebbe stato al corrente della strage e avrebbe preso parte all'invito-trappola postato su Facebook dal killer per radunare il maggior numero di giovani nel luogo della carneficina.
Dalle indagini è emerso come la scorsa estate il killer si fosse recato a Winnenden. Non una gita di piacere ma un pellegrinaggio della morte: la tranquilla cittadina del Baden-Württemberg, poco lontana da Stoccarda, divenne tristemente famosa l'11 marzo del 2009, quando un suo cittadino 17enne fece irruzione nella Albertville-Realschule (un istituto di istruzione secondaria) con un fucile mitragliatore in mano, uccidendo 13 persone prima di togliersi la vita una volta braccato dalla polizia. A ispirare Sonboly non è stato dunque solo il neonazista norvegese Anders Breivik l'autore della carneficina di Utoya al quale il ragazzo di Monaco ha comunque «dedicato» la sua strage compiendola esattamente cinque anni dopo. «Le prime osservazioni ci portano a concludere che il giovane si sia interessato a questo evento», recandosi sul luogo per scattare delle foto, «e per programmare la propria azione». A conferma della tesi copycat, l'emulazione di atti criminali del passato, il ritrovamento nella sua camera da letto di documenti sulle stragi di Winnenden e di Utoya e di un libro sullo stesso tema. Anche la cronologia di navigazione del suo computer avrebbe rivelato la predilezione del giovane per le stragi di coetanei. È ancora nel pc di Sonboly che gli investigatori devono trovare altre risposte.
La domanda più pressante è quella sull'acquisto della Glock 17 da 9 mm con la matricola cancellata. Secondo quanto riferito dalle autorità, in cambio di circa 200 euro il ragazzo avrebbe acquistato un'arma teatrale forse di origine cecena o slovacca - ritoccata per essere pienamente funzionante. L'acquisto sarebbe avvenuto su Darknet, il lato oscuro del web, quello con i contenuti riservati e non indicizzati, che rende possibile transazioni altrimenti illecite. «Dobbiamo attentamente valutare se e come sia possibile utilizzare nuove misure legali» per impedire un incidente del genere, ha detto il ministro federale degli Interni de Maiziere alla Bild am Sonntag. Parole su cui si è detto d'accordo il vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel. La cautela di de Maiziere «se e come» è presto spiegata: si stima che in Germania ogni 100 abitanti vi siano oltre 30 armi da fuoco legalmente detenute, una percentuale relativamente alta in Europa. Da un lato non è però chiaro se esistano spazi per un giro di vite alla legge sul porto d'armi, dall'altro è difficile immaginare una legge in grado di fermare i traffici su Darknet.
Quanto alla strage dell'Oez, la polizia ha anche rivelato di aver scoperto il nome dello stragista sin dall'inizio anche se ha continuato a lungo a credere che in circolazione ve ne fossero almeno altri due.
Poco dopo la messa in onda del filmato in cui si vede Ali Sonboly rispondere agli insulti di alcuni abitanti del quartiere urlando, la polizia ha ricevuto una telefonata dal padre del ragazzo: «Quello che spara sul tetto credo sia mio figlio».NoBen
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