«Non era pericoloso» E Atlantia perde il 5%

Il titolo brucia 1 miliardo, l'ad: «Non andava chiuso». Ma era sorvegliato speciale dal 2011

In attesa che vengano accertate le responsabilità della tragedia di Genova, il primo verdetto è arrivato dalla Borsa. Il titolo di Atlantia, il gruppo della famiglia Benetton che controlla Autostrade per l'Italia, ha lasciato sul terreno di Piazza Affari il 5,4% perdendo più di un miliardo di capitalizzazione.

In un primo comunicato, la società che gestisce il tratto della A10, ha fatto sapere che «sulla struttura erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto e che era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione». I lavori e lo stato del viadotto, si legge nel documento, «erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova. Le cause del crollo saranno oggetto di approfondita analisi», conclude la nota di Autostrade per l'Italia. Seguita poco dopo da un altro comunicato in cui la società «esprime il cordoglio per le vittime del crollo del Viadotto Polcevera sull'A10 e la profonda vicinanza ai loro familiari, insieme ai ringraziamenti per l'impegno straordinario profuso in queste ore dai soccorritori». Alle comunicazioni ufficiali si sono però aggiunte le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci: «Non mi risulta che il ponte fosse pericoloso e che andasse chiuso, Autostrade per l'Italia ha fatto e continua a fare investimenti», ha detto ai microfoni del Gr1. Eppure in un'altra intervista rilasciata il 29 maggio al sito genovese The Medi Telegraph, specializzato in questioni legate ai trasporti, proprio Castellucci aveva parlato degli interventi di manutenzione alla struttura con il potenziamento degli stralli (gli elementi diagonali in cemento caratteristici del Morandi) della prima campata. Autostrade per l'Italia ha infatti lanciato qualche mese fa un bando di gara per interventi di retrofitting strutturale (una sorta di ristrutturazione profonda) del viadotto noto come ponte Morandi al chilometro 000+551 dell'A10 Genova-Savona. Il bando, pubblicato in Gazzetta ufficiale e datato 28 aprile, prevedeva una procedura ristretta con un importo in appalto di 20,15 milioni, di cui 14,7 milioni per lavori e 5,4 milioni per oneri di sicurezza. Non solo. Già in una relazione di Autostrade per l'Italia del maggio 2011 si leggeva che il tratto A10 a Genova e l'innesto sull'autostrada per Serravalle producono «quotidianamente, nelle ore di punta, code di autoveicoli ed il volume raggiunto dal traffico provoca un intenso degrado della struttura del viadotto Morandi, sottoposta ad ingenti sollecitazioni», che è «quindi da anni oggetto di una manutenzione continua».

Il Ponte è un malato terminale? aveva chiesto il giornalista genovese poco più di due mesi fa a Castellucci.

«È un'opera che richiede continua attenzione e manutenzione. Comprendiamo il disagio, ma riteniamo che prima di tutto venga la sicurezza. Alla fine di questo intervento di manutenzione straordinaria, Genova avrà un'opera rinnovata», aveva risposto l'ad.

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