«Il nostro violino suona ancora per noi»

Pubblichiamo alcune delle molte lettere d'amore giunte in redazione. Continuate a scrivere a letteredamore@ilgiornale.it

Era l'inverno dell'83 e un giorno, nelle mie acerbe fantasie erotiche di quattordicenne, ebbi la visione di Te. Identico a come t'avrei conosciuto ventisei anni dopo. Ci si vide la prima volta quando io ero appena stata a messa nel Duomo di città a supplicare il buon Dio che mi desse un segno tangibile della sua esistenza. Con ancora l'odore di incenso sugli abiti, inciampai casualmente nel tuo concerto in piazza. Con sublime eleganza accompagnavi al pianoforte niente meno che... il Maestro! Era il mio maestro di violino, per un quarto di secolo primo violino alla Scala. Ti presentò come fossi Rubinstein, ma in quell'istante diventasti per me molto più di un grande pianista. Passarono così quattro anni. Poi un giorno mi chiesero di suonare a un matrimonio. Passarono poi altri tre anni e mi ricontattò la sposina, albanese: avrebbe voluto riprendere a studiare il violino e mi chiese qualche lezione. E siccome voleva fare le cose seriamente, prendeva anche lezioni di pianoforte. Guarda caso, da Te. Mi proposi dunque per un Tango, mi serviva un pianista. Tu, artista e spirito libero, single incallito e per nulla in cerca di complicazioni, incautamente mi dicesti di sì: anzi, di più! Mi dicesti che cercavi, fatalità, anche tu... ma una ballerina di Tango. Passarono altri sette giorni prima di siglare per sempre il nostro mirabile ballo esistenziale, con la tua dedica indimenticabile di Moon River al pianoforte. Seguì a ruota la mia dedica musicale a Te, di nome Beatrice.

RIMPIANTI. Sulle onde marine/ dispiegando le ali del ricordo/ solitario instancabile volo/ Sognando di Lei/ pian-piano m'avvicino/ per anelare i suoi baci/ Le accarezzo il viso/ aspiro i suoi profumi/ sento batterle il cuore/ Martellanti rimpianti/ prorompenti pianti/ sperando di raggiungerLa/ Presto/ Lassù.

Franco

Amore mio, la nostra favola inizia il giorno di San Valentino del 2011. Ti scrivo questa lettera perché tutt'ora il mio sentimento per te è forte e spero, con tutto il mio cuore e tutta l'anima, che duri in eterno, nonostante le nostre avversità. Vorrei vivere con te per sempre nel mio mondo, un mondo tappezzato di mille colori illuminato da un'infinità di stelle e variegato da tanti profumi di fiori. In un mondo di pace e amore l'uno per l'altro, un amore eterno fatto di pace e serenità... All'improvviso una splendida Luna si riflette su un lago dorato, illuminando i nostri visi e scaldando i nostri cuori e come per incanto le nostri mani si sfiorano, e un'emozione ci assale per tutto il corpo e mentre i nostri sguardi si incrociano, come per magia, le nostre labbra si uniscono dando vita a un miracolo, il miracolo dell'Amore, come in una favola... La nostra favola.... Il Verde è la speranza che ho di poter condividere con te i miei giorni, i mesi e gli anni... Il Rosso è l'amore che ci appartiene da sempre... Il Giallo è la mia gelosia per te che è cresciuta molto più... il Bianco è la purezza... Come ogni altro colore ha il suo significato. TI AMO. Finisco questa mia lettera scrivendoti: grazie di esistere, vita mia: TI AMO IMMENSAMENTE, Sara!

Patrizio Pesce

C arla, leggendo la sua lettera ho provato un tuffo al cuore. So che non può essere, nonostante la coincidenza anagrafica, quella Carla «Tiù» di cui, più di sessantadue anni fa, mi ero profondamente innamorato, con la forza dei sentimenti e l'ardente passionalità dei miei venti anni. Ma quello che dice è così simile a quello che fu fra noi, che voglio pensare che lei sia, che tu lo sia. \ No, Carla, nel mio cuore non ci può essere più amore per te, ma possono sparire i veleni e il rancore che inquinavano i ricordi. Con la maturità di quasi ottantatre anni, non posso esimermi dal tornare a pensarti, e voglio chiederti scusa e, sì, ringraziarti. Scusa per non aver capito quanta sofferenza provasti nello scrivere quella lettera, nascondendo il tuo amore, e per quella risposta che ti deve aver ferito profondamente. Grazie perché, anche se mi rammarica l'aver sciupato nel dolore e nel rancoroso rimpianto gli anni migliori della giovinezza, questo mi ha costretto a riflettere e maturare, quindi, spero, a divenire un uomo migliore.

Il destino ci ha divisi, ho disperato, ma poi ho avuto una nuova occasione, il miracolo di un nuovo amore. E ora sono turbato, dispiaciuto per te. Vorrei, con tutto il cuore vorrei, che anche tu avessi avuto la tua.

Arnaldo

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