Mediaset-Raiway.«Questo matrimonio non s'ha da fare». A Piercarlo Padoan i panni di Don Rodrigo vanno decisamente stretti. Vuoi perché è un macroeconomista, e come tale mai (o raramente, solo quand'era a Palazzo Chigi con D'Alema) si è occupato di questioni industriali. Vuoi perché, pur ripetendo un concetto già ribadito da Renzi (relativo alla quotazione dell'azienda), è tracimato in una questione che, solo indirettamente, lo riguarda di persona.
La gestione dell'azienda Rai, che controlla Raiway, è un compito istituzionale del ministero dell'Economia. E come tale gestito da chi esercita funzioni istituzionali; non politiche. Vale a dire, dal direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via. Non dal ministro. Invece, Padoan - forse per inviare un segnale a Renzi - ha ecceduto le sue competenze. Ed in un'intervista al Corriere ha detto apertamente: non tratto con Mediaset. Ovviamente, sulla vicenda Raiway.
Circostanza che sarebbe sufficientemente legittima se avesse precisato che si tratta di un'operazione di mercato; se avesse ricordato quel che c'è scritto sul prospetto di quotazione dei tralicci Rai; e se avesse dato un segnale che la Politica è fuori da questioni aziendali, visto che proprio questo è l'orientamento del presidente del Consiglio con la riforma della Tv di Stato.
Il ministro, invece, tutto questo non l'ha fatto. Ne consegue che mentre la Politica discute dell'operazione (con favorevoli anche nel Pd, come Francesco Boccia), è intervenuto a gamba tesa in un'operazione di mercato. Operazione, tra l'altro, auspicata dallo stesso vertice di Raiway.
In compenso, ha preferito restare nell'equivoco quando ha spiegato la cessione di Raiway. «L'operazione - dice - rientra nella logica del governo di verificare quali partecipate possano creare valore che serva ad abbattere il debito...». In tal modo, Padoan dipinge la cessione dei tralicci Rai come una formula per abbattere il debito. E detto da lui, è facile immaginare che si riferisca al debito pubblico. Invece, no.
Il ministro sa benissimo che i proventi della cessione Raiway non finiranno nel Fondo ammortamento titoli. Cioè, non ridurranno il debito pubblico. Il debito al quale fa riferimento, senza precisarlo, è quello della Rai. Va ricordato che l'azienda Rai controlla il 65% di Raiway. Ne consegue che l'operazione di riduzione del debito di Viale Mazzini (a cui fa riferimento Padoan) è subordinato alla cessione del 14% che manca tra il 65% ed il 51%, che dovrebbe restare in mano pubblica.
Poca roba, rispetto all'offerta di Mediaset ed al debito cumulato dall'azienda. Non solo. Il vincolo del 51% riguarda il momento della quotazione dei tralicci in Borsa. Non il futuro assetto azionario dell'azienda. Anche perché, il Tesoro (come dimostra la vicenda Enel) può scendere anche sotto il 30%; basta considerare l'azienda di «interesse nazionale» e metterla al riparo di scalate ostili, chiamando il causa il «golden power». E l'offerta Mediaset vale ben oltre le valutazioni economiche dell'azienda. Con il rischio, per chi la rifiuta, di danno erariale.
Il ministro, invece, si mostra inflessibile. Con Mediaset «per quanto mi riguarda non c'è nessuna trattativa. Nè sono stato approcciato da qualcuno per questo». Micro contraddizione. Visto che siamo in presenza di un'operazione di mercato, è corretto che il ministro dica che non «c'è nessuna trattativa». Meno corretto che ricordi di «non essere stato approcciato da qualcuno».
Se qualcuno deve tenere i contatti con la controparte non è il ministro dell'Economia.
Ma dev'essere, in prima battuta l'amministratore delegato di Raiway; che deve poi riferire a chi materialmente esercita il compito dell'azionista, il direttore generale della Rai. E questi deve informare il direttore generale del Tesoro. Padoan, invece, si aspettava una chiamata da Mediaset.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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