Da sempre l'ego del premier scatena ironie e battute. Questa volta, però, l'evocazione di un fantomatico «piano B» che Matteo Renzi fa nel corso di una lunga intervista al Corriere della Sera fa scattare in Rete le ironie più assortite. Il premier dribbla le questioni più spinose e si attesta sul suo registro consueto, ovvero negare anche l'evidenza, ripetere che tutto va bene, madama la marchesa, ricorrere agli slogan, alle «scommesse sul coraggio» e al registro trionfalistico, perché «è un bel momento per l'Italia, con buona pace dei gufi e dei profeti di sventura».
Sarà, fatto sta che in attesa di capire quale sia il «piano A», l'evocazione di un misterioso «piano B» non sembra intercettare le simpatie dell'opinione pubblica. Si parla di una possibile stretta sugli sbarchi e i rimpatri. Qualcuno azzarda un intervento solo italiano contro gli scafisti e le loro imbarcazioni. Altra opzione: chiudere gli occhi e far passare dai propri confini verso altri Paesi della Ue i migranti. Tutte soluzioni che difficilmente risolverebbero un problema che grava in maniera ogni giorno maggiore sulla tenuta sociale ed economica dell'Italia.
«Vedrò nei prossimi giorni Hollande e Cameron e riparlerò con Juncker e Merkel. In Europa va cambiato il principio sancito da Dublino II e votato convintamente da chi oggi protesta contro il nostro governo». Fatto sta che non aver voluto affrontare la realtà e avere spacciato il Piano della Commissione europea - che tutti sapevano si sarebbe infranto sulle resistenze dei governi - per un successo, ora rischia di trasformarsi in un boomerang per il premier. I commenti al «piano B» sono tutti improntati allo scetticismo. L'asso nella manica, l'arma segreta governativa viene trattata alla stregua del più classico dei bluff.
«Temiamo che il piano B annunciato da Renzi sia sostanzialmente il Bivacco assurdo e pericoloso a cui assistiamo da Roma a Milano alla nostra Ventimiglia. Da qui la lettera che denomina il piano: la “B” di Bivacco» dice Giovanni Toti. La novità nelle parole di Renzi sta nella volontà di ricercare l'aiuto dei presidenti di Regione. «Ho chiamato Zaia e Maroni. Ho offerto e chiesto collaborazione istituzionale». Naturalmente non sarà facile trovare una soluzione condivisa, anche se Maroni offre disponibilità al dialogo. «Sì, mi ha chiamato Renzi dicendo che mi vuole incontrare insieme a Zaia e ad altri governatori per trovare una soluzione. Ho sollecitato per mesi questa iniziativa. Sono felice che venga. Quando ci incontrerà esporremo le nostre preoccupazioni, le nostre idee. Se riusciremo a trovare un accordo, benissimo. Voglio risolvere i problemi che ho in Lombardia e uno di questi è il numero eccessivo di clandestini. L'esecutivo è in grado di trovare una soluzione?». E ancora: «Con un governo debole e ammalato di “annuncite” è più difficile dialogare». Parole chiare su uno dei grandi equivoci che accompagnano la questione dei presunti «profughi» arrivano anche da Luca Zaia. «Abbiamo un governo che ha deciso di ospitare tutti quelli che sbarcano dal Mediterraneo. L'ospitalità è d'aiuto, ma solo nei confronti di chi scappa dalla fame e dalla morte sicura. Mettiamoci in testa che l'anno scorso abbiamo ospitato 110mila persone che non sono profughi».
di Fabrizio de Feo
Roma
Renzi continua
a fare annunci,
ma gli sbarchi continuano
Renzi favoleggia di piani B miracolosi: è lui
la vera emergenza
Le dichiarazioni di Renzi suonano
come l'ennesima presa in giro
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