il retroscena

Aut aut su De Luca: non puoi governare e sostenere Caldoro al Sud. L'ipotesi di un terzo candidato come via d'uscita

C aldoro in coalizione con Alfano? Questo matrimonio non s'ha da fare. Nella complessa partita della regionali Matteo Renzi entra a gamba tesa in Campania e avverte il leader Ncd: non puoi essere il ministro dell'Interno del mio governo e magari tenere comizi contro il mio candidato a Napoli per sostenere il governatore uscente di centrodestra. Poco conta per il premier che Vincenzo De Luca non sia una scelta sua ma anzi un candidato scomodo e semplicemente inevitabile vista la sua vittoria alle primarie del partito. De Luca potrebbe essere infatti costretto a dimettersi il giorno dopo la sua eventuale elezione, come prevede la legge Severino in caso di condanna per abuso d'ufficio anche se solo in primo grado. Per Renzi quello che conta è affermare la propria leadership rispetto all'alleato Alfano (come ha già fatto per la scelta del presidente della Repubblica) e magari prendere il potere anche in Regioni che ora sono saldamente in mano al centrodestra. Come la Campania ad esempio e nei suoi sogni più ambiziosi addirittura il Veneto, dove però quella del Pd appare una missione impossibile.

Il premier può contare su un alleato potentissimo, ovvero la guerra fra bande che in questo momento attraversa il centrodestra e anche la Lega. Quella delle prossime regionali infatti è una partita a scacchi che si è fatta via via più complicata a causa delle scissioni e delle fratture interne consumate sia nel Pd sia nel centrodestra alle quali si è aggiunto il duello Salvini-Tosi per la gestione delle liste alle prossime elezioni.

Fino a ieri per Alfano e per l'Ncd il problema riguardava soltanto il Veneto dove si aspetta di capire se Flavio Tosi correrà da solo in contrapposizione a Luca Zaia, dopo l'aut aut del leader Matteo Salvini che ha commissariato la Liga Veneta. Se il sindaco di Verona mantenesse la minaccia e si smarcasse definitivamente dalla Lega a quel punto incasserebbe l'appoggio del partito di Alfano sul quale adesso pende il veto di Salvini che ha più volte ribadito «mai con l'Ncd che governa con Renzi».

Sembrava abbastanza scontato invece che l'Ncd appoggiasse l'attuale governatore della Campania, Stefano Caldoro, che in diverse occasioni ha sottolineato quanto in questi anni la collaborazione col partito di Alfano sia stata proficua. Nei giorni scorsi anche diversi esponenti di spicco dell'Ncd, compreso il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, hanno confermato la volontà di appoggiare Caldoro pur sollecitando Forza Italia ad assumere una posizione chiara rispetto al veto che Salvini ha posto di fronte all'Ncd in Veneto.

Alfano, in attesa di capire che cosa succede nella Lega, procedeva tranquillo nella certezza di poter intrecciare sul territorio a livello locale alleanze anche opposte a quelle di governo. «Ragioniamo da forza autonoma che vuole espandersi - aveva detto Alfano al Corriere della Sera - Le scelte sul territorio non hanno ricadute sul governo e viceversa».

Ma a quanto pare il presidente del Consiglio non sarebbe della stessa opinione. L'ultimatum di Renzi avrebbe avuto l'effetto di una doccia gelata per il ministro Alfano che ora si trova di fronte un altro nodo da sciogliere. Per la Campania potrebbe esserci una terza soluzione. Alfano per tirarsi fuori dai guai potrebbe estrarre dal cappello un candidato tutto suo. Così da accontentare Renzi senza però appoggiare De Luca contro Caldoro, che con gli uomini dell'Area Popolare, Udc e Ncd, ha sempre avuto ottimi rapporti. Ieri il capogruppo di Area Popolare, Nunzia De Girolamo, ha incontrato a Benevento amministratori locali e militanti. Pur riconoscendo che con Caldoro c'è sempre stato «un ottimo rapporto» la De Girolamo ha sottolineato che Ncd farà «le sue scelte in autonomia e andrà avanti per la sua strada». Insomma Alfano potrebbe decidere di portare un suo candidato.

di Francesca Angeli

Roma

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