Roma è «Aeterna» con la Triennale

L'Esposizione di Arti Visive coinvolge l'intera città con oltre 250 artisti

Roma «Proviamo a riconfigurare l'astratto». È da questa proposta-provocazione che parte la nuova edizione (la terza) dell'Esposizione triennale di arti visive che si apre domani al Complesso del Vittoriano di Roma. Il denominatore comune per gli oltre duecento artisti chiamati a esporre è l'Eterno. Ma soprattutto, come ricorda Vittorio Sgarbi nella prefazione al catalogo, è la ricerca dell'«uomo nuovo», chiamato «a risvegliare la nostra civiltà e a reinterpretarla».

Come assicura il curatore Gianni Dunil, le opere in mostra cercano di tradurre l'indicibile proprio con lo strumento dell'astrazione. Come a esempio dimostra l'installazione di tre ologrammi luminosi di Rossella Pezzino De Geronimo in cui la rarefazione delle immagini diventa sublimazione di archetipi alchemici.

La spiritualità è il tratto distintivo dell'intera rassegna che verrà inaugurata da due critici d'arte di fama mondiale come Daniele Radini Tedeschi e Achille Bonito Oliva. Installazioni, dipinti, video e fotografie per investigare le potenzialità della spiritualità come dimostrano, a esempio, gli scatti di Aline Coquelle, fotoreporter che collabora con Vogue e Vanity Fair e che qui propone ritratti di saggi di tribù africane. Immagini che raccontano gli interessi antropologici dell'artista ma che disvelano a un tempo l'inesauribile fecondità dei miti.

La mancanza di angusti punti cardinali permette, però, agli artisti di spaziare con libertà. E la ricerca artistica quindi si apre anche a opere di taglio decisamente ironico e parodistico sul tema stessa dell'ispirazione artistica. Come, per esempio, nel caso delle composizioni di Sabrina Bertolelli.

Tra gli autori più affermati è possibile annoverare le presenze in mostra di artisti già partecipanti alla Biennale di Venezia, tra cui Pier Domenico Magri, Aldo Basili e Roberto Miniati. Il settore dedicato ai rapporti tra arte e moda è invece riservato alla principessa Giacinta Ruspoli, stilista e raffinata autrice di haute couture, con l'esposizione di scatti fotografici dedicati alla sua ultima collezione.

A margine dell'esposizione spazio anche ai libri presso la Sala Verdi. Tra i volumi che verranno presentati ricordiamo The Italian dream: wine, heritage, soul scritto dal conte Gelasio Gaetani d'Aragona Lovatelli, Meglio la Casta. L'imbroglio dell'antipolitica, dell'onorevole Gianfranco Rotondi, Paradiso Occidente di Stefano Zecchi e Le lenzuola del potere di Michele Cascavilla e Roberta Alessi.

Il tema intorno al quale ruota l'intera manifestazione è una riflessione sul concetto di effimero che viene messo a confronto con quello di eterno, sulle possibilità delle arti visive di rispondere ai valori sociali contrastanti e tendenti sempre più verso un nichilismo tecnologico a quello che potrebbe definirsi un tilt estetico, un azzeramento formale. Gran parte dei lavori selezionati riguardano i confini dell'astrattismo intesi come confini del regno del Nulla, demarcati filosoficamente entro una dialettica fatta di contaminazioni informali e immateriali.

Le riflessioni di fondo della mostra non sono altro che una rielaborazione da parte del curatore Gianni Dunil sulle idee fondanti dell'Estetica Paradisiaca, vera riforma artistica e sociale contrapposta alla crisi delle avanguardie. Tra gli artisti giovani in mostra si segnala la presenza di Vittoria Malagò, autrice di interessanti disegni.

L'esposizione chiuderà i battenti il prossimo il 23 aprile.

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