Strappo in Veneto: Tosi e i suoi se ne vanno

A un passo dalla scissione. In Regione Veneto, come anticipato ieri dal Giornale , è già iniziata, con l'uscita dal gruppo consiliare della Lega di due tosiani di ferro, e la creazione di un nuovo gruppo («Impegno per il Veneto»), primo mattone della lista Tosi per le regionali, anche perché la presenza di un gruppo regionale permette di non dover presentare le firme per candidarsi. Tra i consiglieri leghisti fedeli al sindaco, e quindi sotto osservazione per le prossime mosse, ce ne sono altri 4, di cui 3 che ricoprono il ruolo di assessori della giunta Zaia. Se mollassero anche loro sarebbe un bel guaio, ma già così la grana è grossa e rischia di complicare una partita, il Veneto, che finora sembrava in discesa. Basta leggere le ragioni della rottura dei consiglieri veneti, per sentire in sottofondo la voce di Tosi: «La Lega di Salvini ha svoltato a destra, va in piazza con Casa Pound, il nostro gruppo civico vuole raccogliere il consenso dei tanti moderati di centrodestra che non voterebbero Lega». Risponde Luca Zaia, candidato di Salvini (e di Forza Italia): «Io ho i veneti al mio fianco quindi vado avanti nella mia direzione poi in democrazia ognuno fa quello che vuole».

Per sapere come si conclude il caso Tosi, deflagrato con l'ultimatum di via Bellerio («Lascia la tua fondazione o fuori dalla Lega») e il commissariamento sulle liste elettorali (vigilerà Giampaolo Dozzo, inviato di Salvini), bisogna aspettare stasera, con il consiglio nazionale della Liga veneta convocato in serata, finalmente resa dei conti. Spazi per la ricomposizione non sembrano esserci, anche se in serata si registra un ultimo tentativo di mediazione per evitare lo strappo. Intanto Tosi sta reclutando il suo esercito, composto anche da numerosi parlamentari, quasi tutti quelli eletti in Veneto (e il sospetto, tra i parlamentari della Lega, è che si preparino a lasciare i gruppi), sondati nella giornata romana per un colloquio con Alfano, il cui Ncd è pronto a sostenerlo in Veneto.

Il segretario Salvini, che lo ha messo nell'angolo con una mossa astuta (senza cacciarlo ma, di fatto, costringendolo a uscire) tiene aperta la porta del Carroccio: «Mi auguro che nessuno abbia voglia di litigare, rompere, polemizzare. Non diamo quella soddisfazioni alla sinistra, pensiamo a vincere. Domani (oggi, ndr ) c'è il Consiglio nazionale in Veneto, mi auguro che tutti facciano la loro parte. Io ho stima di Tosi, come sindaco e come dirigente politico, e credo che se faremo una campagna seria a fianco di Zaia per Flavio Tosi ci sarà tanto futuro in Lega». Basterà per convincere il sindaco a non proseguire la guerra? Anche da quel che scrive la sua fondazione politica (e domani Tosi presenterà a Palermo una nuova sede) pare proprio di no. «Incompatibile la tessera dei Fari di Tosi, mentre nessun problema per chi si iscrive a Noi con Salvini?».

Nel consiglio di stasera, dove il segretario ha la maggioranza (quasi tutti uomini suoi), e che verrà disertato dagli antitosiani (il sindaco di Padova Massimo Bitonci: “questo consiglio “non ha validità”), Tosi potrebbe mettere ai voti di respingere il commissariamento deciso da Milano, rivendicando l'autonomia della Liga veneta come da statuto. In altre parole, la guerra.

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