Il popolo del Lingotto: "Walter è l'ultima speranza"

Sono arrivati da Torino ma anche da altre città del Nord, qualcuno persino da Roma. È il "popolo del Lingotto", quello che non è riuscito a entrare nella stracolma Sala gialla dove il sindaco di Roma ha annunciato la sua discesa in campo alla guida del Partito democratico

Il popolo del Lingotto: "Walter è l'ultima speranza"

Torino - Sono alcune centinaia, sono arrivati da Torino ma anche da altre città del Nord, qualcuno persino da Roma. È il "popolo del Lingotto", quello che non è riuscito ad entrare nella stracolma Sala Gialla e che è stipato in un grande parcheggio al centro del quale è stato posto un maxi-schermo. Sono venuti tutti per lui, Walter Vetroni, «la nostra ultima speranza - spiega una signora toscana - per un cambiamento radicale». Seduti o in piedi, ascoltano con grande attenzione l’intervento del sindaco di Roma: «È modesto, bravo - esclama Silvana, casalinga torinese - non ambizioso. Abbiamo una grande delusione perchè sono le ambizioni di questa classe politica che stanno distruggendo il Paese». Alcuni hanno la tessera di partito (in prevalenza Ds), ma molti, forse la maggioranza, dichiarano di aver votato per più partiti nel corso degli anni, si confessano stanchi di una certa politica: «Basta con le discussioni bizantine - sottolinea un giovane - vogliamo qualcuno che dia degli ideali, che indichi un orizzonte diverso, e Veltroni è l’unico in circolazione a poterlo fare». È il «popolo di Walter»: quel 9% abbondante che i sondaggisti attribuiscono all’effetto-Veltroni sul nascente Partito Democratico. Gente che andrebbe a votare, come confessa una coppia di pensionati piemontesi, «solo se il candidato premier è Veltroni, altrimenti tanto vale starsene a casa». E la delusione che serpeggia non è solo per il crollo degli ideali, ma più prosaicamente per non essere riusciti ad entrare nella Sala Gialla: «Non è giusto - spiega Giovanna, impiegata - sono arrivata qui due ore e mezzo prima dell’inizio e già non c’era più posto, anche se la sala era semivuota».

«Colpa» degli invitati, che hanno di fatto ridotto il numero già esiguo di sedie. Ma Veltroni riserva il primo pensiero del suo attesissimo discorso proprio al «popolo del Lingotto»: «Prima di andarmene - promette - verrò a salutarvi e a ringraziarvi».

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