Porto tra fiume, oceano e arte: una città da vivere intensamente

Porto tra fiume, oceano e arte: una città da vivere intensamente

Azulejos che ingentiliscono facciate e muri. Insegne al neon di cantine dai nomi britannici e autoctoni. Polvere d'oro - 200 chili - a ricoprire gli immaginifici legni intarsiati della chiesa barocca sao Francisco. Ferro per il ponte Dom Luis I a cavallo del fiume Douro, opera di un allievo di monsieur Eiffel. Case alte e strette dai colori liguri del quartiere la Ribeira. E palazzi neoclassici come la Borsa, con sale splendide. I rabelos, vele e legno, un tempo usate per trasportare barili di vino Porto sul fiume e da qui al mare e in Inghilterra, oggi solo «traghettatori di anime» in brevi crociere fluviali. La Muraglia Fernandina, medievale, affacciata sul Douro - con i cobertos, i rifugi lungo le banchine -, che ripara vicoli sghembi, cortili, chiese, torri come quella dos Clérigos, 76 m per 225 gradini e un rosone ovale, simbolo della città: Porto, che dà il nome non solo al famoso vino, ma alla nazione stessa. E cattedrali, tra cui il Sé, due campanili in granito grigio, un altare capolavoro dei maestri argentieri lusitani. E poi la parte aristocratica, la Baixa, più su del fiume, con la stazione ferroviaria di sao Bento e la sua hall tappezzata di eleganti azulejos del '30, la volta in ferrobattuto; il Café Majestic in rua de santa Caterina 112, inno alla Belle Epoque, boiserie, specchi e ori (è una via di shopping); il mercato alimentare do Bolhao, 1851, ancora ferrobattuto. Si cammina e scorrono dagherrotipi diversi e armoniosi insieme, che uniscono stili ed epoche in un caleidoscopio di colori e di forme: Porto si fa scoprire, docile, in un weekend, meglio se prolungato. Si dorme nei centrali Hotel Infante Sagres, una mescolanza tra moderno «dark» e barocco (www.hotelinfantesagres.pt, da 200 euro) o all'Hotel Teatro, raffinato, con un giardino segreto (www.arteh-hotels.com). Da avenida dos Aliados, il cuore urbano, si arriva alle chiese «siamesi» do Carmo, piastrelle con scene monastiche, interno barocco e oro, e dos Carmelitas. La Livraria Lello in rua dos Carmelitas 144, facciata anonima ma fulgido interno neogotico del 1906, è patrimonio nazionale. Non spostatevi di qui la domenica mattina: la feira dos Passarinhos è un delizioso mercatino di uccelli da canto. L'ultimo sabato di ogni mese nel pomeriggio si va al mercadinho dos Clérigos, a fianco della torre omonima, per oggetti di antiquariato e artigianato o gastronomia; sempre di sabato fino a sera, al mercado Porto Belo, in praça Carlo Alberto, si trova l'introvabile.
Il fiume Douro entra in città prima di gettarsi nell'oceano, così vicino da sentirne odore di salso e tuono di onde, quando in tempesta. Un'allegria contagiosa scorre lungo le due sponde: si arriva su quella della Ribeira scendendo per le vie attorno alla chiesa di sao Nicolao, ex case di marinai e pescatori, e gatti oziosi. Sulla banchina, bancarelle vendono tovaglie con il vistoso gallo lusitano. E poi le tascas, ristorantini con dehors e «buttadentro». Da Chez Lapin, piatti tipici come polpo con patate affogato in olio e cotto in terrina. Vicino al ponte Dom Luis la cabina della funicolare porta su, dove sferraglia un tram degli anni '30 (biglietto a 1,50 euro): in tutto sono quattro su tre linee e, prendendoli in successione, si arriva fin quasi all'oceano. Seduti alle tascas, sulla sponda di fronte si stagliano le insegne di famose marche di Porto, che hanno dato lustro e ricchezza soprattutto nel '700 e a opera degli inglesi. E' la riva Vila Nova de Gaia, regno delle cantine: si visita, degusta e acquista. O si sorseggia una bibita ai bar. Cena allo stellato The Yeatman, sulla collina, con veduta spettacolare e cucina creativa (www.the-yeatman-hotel.com).
L'avenida do Boavista corre verso la foce del Douro fino all'Atlantico; il fiume è a sinistra con la sponda puntellata di spiagge e bar, da vivere al tramonto. Lasciata alle spalle l'avveniristica Casa da Musica dell'architetto Koolhaas, si arriva al castello do Queijo quasi sulla punta; di fianco, il Sea Life, acquario interattivo. E poi il quartiere Matosinhos, ex fabbriche per l'inscatolamento ittico, ora tempio della movida con ristoranti di pesce come Quarentae4 (rua R. Ivens 44), dove Paulo Silva serve, in un ambiente moderno a colori forti e caldi, piatti ottimi (40 euro senza vino). Proprio alla foce, Foz Velha presenta ricette tipiche, anche di terra (www.fozvelha.com).

Mentre si cena, l'oceano, in questa ultima propaggine d'Europa, si distende davanti. All'infinito. Per informazioni: www.visitportugal.com; www.portoturismo.pt; voli plurisettimanali da Milano e Roma con Tap Portugal da 130 euro ca., www.tapportugal.com.

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