Procolo

Si tratta di un martire venerato a Bologna, città in cui è presente una sua statua, opera di Michelangelo. Ma non si sa se sia stato bolognese od oriundo. Varie sono le leggende che di lui trattano, data la sua antichità. Secondo una di esse, Procolo era un soldato romano del tempo dell’imperatore Giustino, che regnò dal 518 al 527. Il santo alternava il servizio con una fervente attività di apostolato presso i pagani e gli eretici ariani. Ma il prefetto del pretorio, Marino, lo ostacolava in tutti i modi, non sappiamo il perché (forse il prefetto era pagano? O era ariano? Oppure semplicemente esercitava il mobbing sul sottoposto?). La leggenda dice che Procolo a un certo punto divisò di eliminare il problema, ma non gli riuscì e contro di lui fu spiccato mandato di cattura. Dopo una fuga rocambolesca, il soldato fu acciuffato, sottoposto a giudizio e condannato a morte per decapitazione. Pare che, dopo l’esecuzione, il corpo si sia rialzato, abbia preso il capo reciso tra le mani e l’abbia portato nel luogo dove poi sorse la basilica a lui intitolata. Ma c’è un’altra leggenda, che sostiene essere stato Procolo un vescovo. Originario della Siria e giunto a Roma al tempo, anche lui, dell’imperatore Giustino, questo Procolo venne perseguitato perché predicava il cristianesimo (anche qui, non sappiamo se dai pagani o dagli ariani).

Si rifugiò prima a Narni e poi a Terni, dove il vescovo Valentino gli conferì l’ordinazione sacerdotale. Procolo gli successe poi nell’episcopato, ma una ennesima persecuzione lo costrinse a fuggire a Bologna. Qui fu decapitato per ordine di Totila.

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