Quando anticicloni e isobare erano una roba da Baroni

di Andrea Acquarone

Vi ricordate di Andrea Baroni, il colonnello che per tanti anni ha raccontato il buono e il cattivo tempo sulle reti Rai? Oggi ha 95 anni e racconta in un libro, Andrea Baroni. Il cavaliere delle rose e delle nuvole (Edilazio), scritto dalla giornalista Annalisa Venditti, la sua avventurosa vita.
Non un trattato di meteorologia, ma la narrazione dei fatti che, nel lontano 8 settembre del 1943, lo videro, giovane ufficiale, prigioniero dei tedeschi e internato in diversi lager germanici. Baroni è, infatti, uno di quei 600 mila militari italiani che conobbero la tragedia della deportazione e dell'internamento per mantenere fede alla parola data. Qualche anno fa Annalisa Venditti, studiosa della materia, ha rintracciato un disegno che lo raffigurava in treno verso il primo lager, eseguito dall'artista trentino Michelangelo Perghem Gelmi, compagno di Baroni. Così la «cassaforte» dei ricordi si è aperta, dando il via alle pagine di un libro dalla struttura innovativa. Da un lato il diario di Baroni, dall'altro la cronaca emozionata di una ricerca storica condotta con gli strumenti dello scavo biografico e dell'investigazione giornalistica.
Nel lager Baroni scruta il cielo, passa il tempo dedicandosi alla meteorologia: la sua passione. A Sandbostel diventa il dispensiere del poco cibo a disposizione in baracca, incontra lo scrittore Giovannino Guareschi, che non lo accetta tra gli attori della improvvisata «compagnia» del lager: ha una voce troppo gracile e non ci sono gli altoparlanti. Ironia della sorte, un giorno, sarebbe diventato un conduttore tv. Alla storia passata si intreccia lo scambio generazionale con la giornalista che lo intervista e lo invita a ricordare, perché la memoria non si perda.
Un romanzo vero dove il protagonista, ossessionato dalla fuga, riesce finalmente a scappare dall'ultimo lager. Il destino vuole che a salvargli la vita sia una colonia francese, una boccetta di Arpege, un profumo che ha l'odore intenso della libertà. È a questo punto che Baroni si trasformerà, come in una favola, nel Cavaliere delle rose.

Siamo a Welsleben, la Germania è ridotta in macerie, in una cittadina scaldata dal sole di maggio, dove non ci sono più uomini perché in guerra o dispersi, avviene l'incontro con Gisella, metafora di una rinascita che riporta alla luce e a un orizzonte lontano dalle bombe.
Una volta a casa, la vita riprende a correre e il destino fa di nuovo il suo corso, fino all'approdo in Rai, al successo, e più tardi ancora all'avventura di un libro, scritto quasi a cento anni.

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