Quei simboli che non ci sono

Chi sta con chi? È la domanda che si pongono molti cittadini genovesi alle prese con i volti di tantissimi candidati e con diversi simboli finora sconosciuti a Genova. Una serie di novità che stanno anche confondendo le idee agli elettori, così come dimostrano i vari sondaggi circolati, che danno esiti profondamente diversi a seconda di come viene posta la domanda all’intervistato e soprattutto in base alla conoscenza degli schieramenti.
Il problema principale, in questo senso, riguarda il centrodestra, dove Enrico Musso, ex portacolori Pdl, si è schierato col Terzo Polo ma, complice anche una scarsa attenzione mediatica da parte dei dirigenti del Popolo della Libertà, continua a essere percepito da molti genovesi come rappresentante «berlusconiano». A danno di Pierluigi Vinai, vero candidato dello schieramento di centrodestra che comprende anche il Pdl. Ma che, per l’appunto, fa poco per rendere palese e chiaro il rapporto.
I primi manifestoni di Vinai, ad esempio, non contenevano alcun simbolo delle liste che lo sostenevano (anche perché non ancora definite con certezza). Per contro, tutti i candidati consiglieri comunali del Pdl, con un’unica eccezione di Giulia Costigliolo, hanno fatto affiggere i propri manifesti evitando di dire che la loro presenza era a sostegno dell’indicazione a sindaco di Pierluigi Vinai. Qualche maligno ha subito insinuato che ci fosse una volontà reciproca di prendere le distanze l’uno dagli altri. Nulla di tutto ciò, ribattono i primi candidati toccati nel vivo. Lilli Lauro ad esempio, che aveva già pronti i manifesti quando ancora il Pdl doveva scegliere il sindaco, ha già in programma una nuova tornata con il nome di Vinai in bella evidenza nel simbolo Pdl. Così pure assicura Gian Luca Fois. Decisamente al di sopra di ogni sospetto è invece tutta la propaganda di Liguria Moderata, fedelissima nel trainare e farsi trainare da Vinai.
Qualche curiosità l’ha destato anche il simbolo di «Città Nuove», la lista civica sempre a sostegno di Vinai, che si ricollega all’esperienza positiva di Renata Polverini nel Lazio. Nel mega simbolo che campeggia sui muri della città spicca il nome del candidato sindaco.

Forse il rosso fuoco del logo potrebbe ingenerare ingiustificati timori nel popolo moderato. Curioso anche lo slogan scelto «Cambia, davvero». Così simile al «Genova, davvero» che incornicia i manifesti di Musso. Tanto per cambiare.

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