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«Quei soldi in cassa? Un progetto speciale»

Piero Sierra (nella foto), presidente dell'Airc, è ancora lontano dall'Italia come la scorsa settimana quando l'aveva cercato il Giornale. Ma la valanga di telefonate che gli hanno scombinato le vacanze dopo l'inchiesta pubblicata ieri lo hanno indotto a farsi sentire. «Non per l'articolo, che è completo, un capolavoro di trasparenza. Ma per il titolo».
Solo metà delle donazioni va alla ricerca.
«Non è stato capito che l'avanzo di gestione è determinato dal 5 per mille, che ci è stato accreditato verso la fine dell'anno».
È il bilancio che dice: raccolti 90 milioni, destinati alla ricerca 45.
«L'entità del 5 per mille era di una entità tale che doveva passare attraverso una particolare procedura di valutazione, non seguire la nostra normale trafila».
Che cosa significa?
«Quei soldi non potevano passare per il Comitato tecnico scientifico come tutti gli altri progetti singoli. Volevamo applicarlo a qualcosa di importante. Così abbiamo convocato una commissione internazionale speciale con tutti i maggiori oncologi italiani e tre stranieri che si sono riuniti varie volte, con una corrispondenza di cui abbiamo copia, arrivando a fissare linee guida per emettere un bando».
Quando sarà emesso?
«A settembre. Dopodiché cominceranno ad affluire progetti scientifici che verranno inseriti nel nostro meccanismo di valutazione, esaminati prima da un pool di scienziati stranieri e poi dal nostro advisory board; quindi si farà una graduatoria meritocratica ed entro fine anno sarà presa una decisione. Tutto questo non poteva essere deciso entro la chiusura dell'ultimo bilancio, dove non potevamo finanziare iniziative non ancora decise. E questi fondi bisognava investirli in modo privo di rischi, cosa che abbiamo fatto».
Cioè vi siete rivolti ai mercati finanziari.
«Si tratta di accumuli temporanei di tesoreria doverosamente investiti a breve in fondi sicuri».
Fino al momento dell'erogazione non avevate un'idea nemmeno approssimativa di quanto avreste incassato?
«Sapevamo la cifra dell'anno precedente, ma noi abbiamo seguito una linea prudente perché siamo ossessivamente meritocratici. Dato che i pagamenti del 5 per mille non sono automatici, per esperienza prendiamo queste decisioni quando ci sono i soldi in cassa. Non posso riunire i principali oncologi italiani e dire: facciamo un bel piano ma le risorse sono incerte. Non se lo meritano i nostri ricercatori. In Italia ci sono 3.700 ricercatori oncologici che lavorano soltanto perché c'è l'Airc».


Quindi anche in futuro prima incasserete i soldi del 5 per mille e poi li investirete?
«In futuro la cosa sarà un po' più facilitata e rapida perché avendo già stabilito le linee guida e pubblicato il bando, andremo avanti su una strada già tracciata».SteFil

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