Cronache

«Quel giocatore comprato dal Torino»

Per il Grifone la retrocessione è un danno economico

Vorrei riportare alla memoria un fatto storico del calcio italiano che, secondo me, ha molta attinenza con quanto è capitato al Genoa in questa estate per noi drammatica.
Nel 1927 il Torino vinse il campionato di serie A, ma successivamente si scoprì che aveva comprato un giocatore nel derby con la Juventus. Il giocatore era Allemandi, un nazionale.
Il Torino in quegli anni aveva una grande presidenza ed era superiore alla Juventus, che non era ancora la grande Juventus che vincerà agli inizi degli anni '30, ben cinque scudetti consecutivi.
Tuttavia il desiderio di primeggiiare e di vincere il derby, spinse i dirigenti a comprare il miglior difensore dei rivali cittadini, Allemandi, appunto.
Niente di nuovo sotto il sole: vorrei dirlo e sottolinearlo per tutti quelli che parlano dell'attuale caso Genoa con tanto disprezzo e trattano Preziosi come un incapace.
I dirigenti del Torino di quei tempi erano persone esperte, che avevano creato una grande squadra.
Eppure il desiderio di vincere il derby li aveva spinti a commettere una tale leggerezza.
A processo concluso la Federazione punì il Torino semplicemente revocandogli lo scudetto, cioè il primo posto in classifica, infliggendogli così un danno sportivo ma non economico.
Il che permise al Torino di mantenere lo stesso organico e di vincere di nuovo il campionato l'anno successivo.
Se la Federazone italiana si fosse comportata allo stesso modo col Genoa, avrebbe dovuto punirlo revocandogli la vittoria del campionato di serie B con relativa promozione in A, così come al Torino nel '27 aveva revocato la vittoria del campionato di serie A.
Il che avrebbe permesso a Preziosi di mantenere un forte organico e di rivincere di nuovo il campionato di B l'anno prossimo.
La Federazione ha ritenuto invece di dare ben tre punizioni al Genoa: la prima, revocandogli la promozione; la seconda, retrocedendolo di una categoria; la terza, infliggendogli anche tre punti di penalizzazione.
Come aggravante, va detto anche che mentre l'illecito del Torino era stato dimostrato chiaramente dalla confessione di Allemandi, che venne per questo squalificato a vita (squalifica poi ridotta), nel caso del Genoa non risulta che ci sia alcuna confessione.
Il che avrebbe dovuto rendere più lieve la pena, rispetto al caso del Torino.
E' accaduto invece l'opposto e nessuno di noi potrà mai darsi una sqiegazione logica, salvo quella di un evidente complotto contro il Genoa e Preziosi, messo in atto a Genova.
Ma c'è un'altra cosa da dire, che avvalora la tesi del complotto, e riguarda il comportamento della stampa.
Possibile che a nessun giornalista, specialmente tra quelli sportivi, sia venuto alla mente il caso del Torino?
Il fatto che sia avvenuto nel lontano '27, non cambia nulla: qui si parla di "equità" della giustizia.
Nel '27, la giustizia sportiva si comportò in modo equo scegliendo di dare una punizione sportiva senza conseguenti gravi danni economici..
Con noi, invece, si è comportata in modo da dittature sudamericane d'una volta, che giustiziavano gli oppositori per le azioni ritenute illecite che compivano, invece di limitarsi a punirli.
Il danno economico causato dall'averci retrocesso arbitrariamente in C è addirittura superiore al danno sportivo della mancata promozione in A.
E non si può non pensare che questo sia stato voluto e imposto da una mente spietata che voleva rovinare (e non semplicemente punire) Preziosi e il Genoa.
Possibile che giornali di antica tradizione siano caduti così in basso da non avere oggi nemmeno un giornalista capace di collegare i fatti attuali con quelli di ieri?
Il comportamento della stampa è stato talmente privo di qualsiasi capacità di riflessione e analisi critica, da fare inevitabilmente pensare che i giornali siano stati costretti dai Poteri Forti che comandano in Italia a comportarsi così.
Per questi incontestabili motivi i genoani considerano Carraro soltanto uno strumento di quello che è accaduto, e adesso si aspettano che vengano fatti i nomi delle persone che sono all’origine di tutto questo.
È un nostro diritto.

P.S.

La lettera è stata inviata anche al presidente Ciampi, al Presidente del Senato, al Ministro della Giustizia, al Presidente del Coni, al Sottosegretario all presidenteza del Consiglio Letta, al sindaco di Genova, al Garante della Privacy, alla Corte di Giustizia europea.

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