«Quest’Occidente in crisi senza un dio e senza rotta»

È una mostra in miniatura quella in corso al Poldi Pezzoli. Sono infatti sculture che stanno nel palmo di una mano le protagoniste di un'esposizione davvero fuori dal comune dedicata ai netsuke, capolavori di alta artigianeria che fungevano da bottone per i kimono. All'epoca i giapponesi alla moda non avevano tasche a disposizione nei loro abiti tradizionali: il netsuke serviva proprio come aggancio per fermare alcuni tipi di contenitori trattenuti alla fascia del kimono grazie a un laccio stretto ad un anello, che permetteva così di portare con sé oggetti personali, tabacco, monete, monili. Potremmo definire i netsuke una particolare declinazione, tutta orientale, dei nostri bottoni se non fosse che già a metà dell'Ottocento, quando i giapponesi cominciarono a vestire all'occidentale, persero la loro funzione originaria ed entrarono nell'effimero mondo del collezionismo europeo.
Proprio da una collezione privata, quella dell'industriale lombardo Giacinto Ubaldo Lanfranchi, fondatore di un importante bottonificio a Palazzolo sull'Oglio convertito poi nella produzione di cerniere lampo, nasce la mostra «Netsuke: sculture in palmo di mano» (fino al 15 marzo, al Poldi Pezzoli, catalogo Silvana editoriale). Giunta per legato testamentario al museo meneghino, la collezione Lanfranchi è unica nel suo genere e ben si sposa con le molteplici raccolte d'arte custodite nella prestigiosa casa-museo di via Manzoni. Oltre ai netsuke della collezione Lanfranchi, il Poldi Pezzoli ha aggiunto in questa originale mostra curata da Francesco Morena una settantina di pezzi provenienti da altre collezioni private e dal Linden-Museum di Stoccarda realizzando così un percorso di visita tra questi deliziosi oggetti che piacerà a chi apprezza i dettagli.
Tantissimi i soggetti cesellati: tra animali fantastici e mitologici, tra segni astrali e creature appartenenti alle leggende popolari, è sorprendente la varietà dei netsuke esposti. Tra questi, spiccano un'opera risalente alla fine del XVI secolo, che rappresenta una toccante Pietà intagliata a tutto tondo, e alcuni spettacolari netsuke ispirati al mondo della natura.

Ma ancora più curiose sono le sculture dedicate al tema degli stranieri, che costituiscono una nutrita sezione della mostra: viaggiatori portoghesi, olandesi e cinesi erano rappresentati nei netsuke dei giapponesi dell'Ottocento come creature esotiche dai grandi nasi, i capelli ricci, occhi enormi e abiti stravaganti.

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