La rabbia non è morta. E neppure lorgoglio. Da oggi, con la pubblicazione in «economica» Bur-Rizzoli del super best-seller di Oriana Fallaci (pagg. 162, euro 10), anche i lettori meno attenti e meno informati se ne potranno accorgere. A otto anni dal disastro che cambiò il mondo, e a otto anni e 20 giorni dal lunghissimo articolo della giornalista e scrittrice apparso sul Corriere della sera - che è il nucleo centrale del libro intitolato appunto La Rabbia e lOrgoglio - i sentimenti dellOccidente ferito che lautrice seppe bene interpretare e diffondere, sono invariati, anche se covano sotto la polvere di macerie mai del tutto rimosse.
Fu, La Rabbia e lOrgoglio, uno di quei rari casi di opere che in qualche modo si scrivono da sole, come se le pagine fossero sì di chi le firma, ma anche, e soprattutto, di chi vi ritrova il proprio pensiero. Certo, argomentato, contestualizzato, storicizzato, ma senza bellurie e ricercatezze letterarie: quelli erano rabbia e orgoglio autentici, bruschi, scomodi, «scorretti». Il can-can mediatico che ne seguì non sfiorò neppure quella sorta di carro armato editoriale alimentato da fiumi di consenso popolare: 700mila copie in due settimane. Non un successo, ma un evento. Curato in prima persona dalla Fallaci la quale, come dice la Nota dellEditore posta in appendice alledizione che da oggi sarà in tutte le librerie, «lavora con labituale passione alla preparazione del volume, decidendo il formato, correggendo le bozze da New York, discutendo con i grafici limpaginazione e linserimento dei fregi e delle incisioni, scegliendo il colore della copertina e il lettering di autore e titolo».
Ben presto levento italiano, alimentato dalle televisioni, dalle radio, da Internet, divenne evento globale, mondiale. Ecco allora La Rage et lOrgueil (Plon in Francia), Die Wut und der Stolz (List Verlag in Germania), La Rabia Y el Orgullo (Esfera de los Libros in Spagna; Diana in Messico; El Ateneo in Argentina), De Woede en de Trots (Bert Bakker in Olanda), A Raiva e o Orgulho (Difel in Portogallo), The Rage and the Pride (Rizzoli International in Usa). E poi Grecia, Norvegia, Polonia, Slovenia, Ungheria, Israele, Russia, Corea... Per tutti i lettori, rabbia e orgoglio sono le parole dordine.
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