Recco, la capitale della focaccia che teme il cemento

Recco, la capitale della focaccia che teme il cemento

Una decina di giorni di fuoco per Recco. L’11 agosto scadono i termini per la «risposta» della Provincia sul Puc, il piano urbanistico finito nel mirino dell’opposizione e degli ambientalisti. Una risposta positiva da parte di Palazzo Spinola o anche solo una non risposta darebbe automaticamente il via libera al piano elaborato dalla maggioranza del sindaco Gianluca Buccilli. «Ma è il piano della cementificazione», attaccano Mariolina Diena e Carlo Cipriani, consiglieri della Margherita che vogliono risposte precise dalla Provincia. E lo fanno partendo proprio da quei rilievi fatti dai tecnici al piano già presentato.
Rilievi che, assicurano dall’opposizione, non sono stati tenuti nella benché minima considerazione dalla giunta. La battaglia è naturalmente sulle nuove costruzioni. Tanto da indurre anche il «Sole 24 Ore» a inserire Recco tra le sei criticità nazionali per il paesaggio. Ora si parla di 98mila metri cubi di nuovi edifici. In grado, tuonano Diena e Cipriani, di trasformare Recco dalla patria della focaccia e della gastronomia nella città delle palazzine. Peggio, di provocare dissesti anche più gravi di quelli che si sono verificati di recente. Il riferimento è all’inondazione del giugno scorso, quando la cittadina è finita sott’acqua, il torrente è tracimato, ci sono state diverse frane. «E vogliono costruire sui crinali, sull’alveo del torrente Recco, ignorano completamente i rischi sismici - sparano ad alzo zero dall’opposizione -. La cosa grave è che tutte questi problemi sono stati sottolineati dalla Provincia, ma le risposte non sono arrivate, c’è stato un adeguamento solo formale, che non tocca la pianificazione, la quantità di metri cubi di cemento, e neppure gli elaborati cartografici. La collina a forte rischio continua a essere edificabile. Il rischio geologico e sismico non è stato recepito dalla norma edilizia. Il piano urbanistico calpesta vincoli paesaggistici, archeologici, ambientali, monumentali e aree di rispetto».
Le preoccupazioni dell’opposizione di Recco vengono rilanciate anche in un’interrogazione in Regione della capogruppo dei Verdi, Cristina Morelli, che ha scritto anche al Ministero per i beni culturali e alla Soprintendenza. A Roma si è rivolta anche l’associazione «Italia Nostra», che ha ottenuto un intervento del ministero, che a sua volta ha scritto proprio alla Soprintendenza, per chiedere di «voler condurre gli opportuni accertamenti ed avviare ogni utile iniziativa atta a salvaguardare l’interesse paesaggistico dell’area in questione».
La macchina si è messa in moto. Il fatto è che la Provincia, che dovrebbe esprimersi entro l’11 agosto, non ha ancora convocato la riunione del Ctu, il comitato tecnico urbanistico. E con le ferie alle porte, si va verso il silenzio assenso che scatterebbe tra pochi giorni. Un’idea che certo non sconvolge la maggioranza di Recco. L’assessore all’Urbanistica Giuseppe Rotunno è infatti tranquillo. Da parte sua replica colpo su colpo alle accuse mossegli. «Innanzitutto non è vero che non ci siamo adeguati ai rilievi - premette -. Tra l’altro ora la Provincia deve solo esprimersi sulla legittimità dell’atto. Comunque era prevista una parziale copertura del torrente Recco ed è stata stralciata. C’era la previsione di una casetta da 80 metri quadrati e di un parcheggio pubblico che erano in contrasto con la legge regionale e li abbiamo stralciati. Prevedevamo l’allargamento di un settore in assenza di osservazioni e lo abbiamo ricondotto al perimetro iniziale. Poi per quanto riguarda le zone di Megli e Maggiolo ci è stato chiesto di passare attraverso un Piano urbano operativo in conferenza di servizi con gli altri enti e abbiamo accettato. Il piano del rischio sismico ora è allegato al Puc. Abbiamo fatto tutto». Rotunno difende poi le scelte della maggioranza: «A fronte delle autorizzazioni ai privati sono previste le realizzazioni di parcheggi e allargamenti di strade, che rappresentano oneri di urbanizzazione di valore triplo rispetto al normale».
La giunta è arrivata all’approvazione non senza difficoltà, visto che tre consiglieri non hanno votato il piano per evitare conflitti di interesse. Loro stessi erano legati al piano, realizzerebbero costruzioni grazie al nuovo Puc. «Piano, piano, che sennò passiamo per la giunta dei palazzinari - frena ancora Rotunno -. Tre consiglieri si sono astenuti per voler dare un’interpretazione rigorosa della normativa.

Alla fine dei conti uno ha uno zio acquisito che potrà costruire un box, un altro ha la suocera che può realizzare un parcheggio pubblico e un terzo potrà costruirsi direttamente una casetta di 120 metri quadrati. Questo è tutto l’interesse della maggioranza». In attesa dell’11 agosto le polemiche si fanno più roventi. E c’è già chi pensa eventualmente ai ricorsi al Tar.

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