Riecco Mia Rosemary Farrow ridicola babysitter di Belzebù

Dalle viscere dell’inferno e del cinema di seconda (o terza?), schiera spunta Omen - Il presagio, penosa rimasticatura parapsicologica, paranormale e parascema di un horror di trent’anni fa con Gregory Peck e Lee Remick. Che nel 1978 aveva già avuto un seguito, ancora più brutto, La maledizione di Damien, con William Holden e Lee Grant. Nel minestrone riscaldato con stupefacente sprezzo del ridicolo dal seminoto John Moore (Behind Enemy Lines, Il volo della fenice) si affastellano la stella cometa bis, il papa morente e diversi preti impiccioni, con contorno di teste mozzate e atroci dipartite. La storiaccia parte da Roma, dove il diplomatico americano Robert Thorn (Liev Schreiber) apprende con sgomento in ospedale che il suo bambino è nato morto. Il primo sacerdote della lista gli offre una soluzione indolore per l’ignara moglie Kathe (Julia Stiles): il bebè di una donna appena defunta di parto. La famigliola si trasferisce a Londra e alla festa per i cinque anni del piccolo Damien, la babysitter si impicca gettandosi dal tetto della villa. Mentre padre Brennan avverte l’affranto genitore che quello è il figlio del demonio, il curioso fotografo Keith Jennings (David Thewlis) scopre strani segni negativi e intanto bussa alla porta la sorridente signora Baylock (Mia Farrow): sono la nuova bambinaia. Fulmini e saette, oltre a tanta pioggia da riempire tre film. Tra varie scene raccapriccianti l’antipatico Liev Schreiber tenta invano di opporsi all’incartapecorita strega Mia Rosemary Farrow e al suo odioso rampollo.

Dev’essere davvero il diavolo il bamboccio se in cinque anni riesce a far ricostruire a Roma (!) un ospedale distrutto da un incendio.

OMEN - IL PRESAGIO (Usa, 2006) di John Moore con Liev Schreiber, Julia Stiles. 101 minuti

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