«Risiko bancario, comandano i soci»

Emanuele (Cassa di Roma) e Mussari (Mps ): spetta agli azionisti decidere

da Milano

Le Fondazioni rivendicano il ruolo di soci istituzionali nelle banche e lo scrivono nero su bianco nel documento conclusivo del loro congresso nazionale a Bolzano. Un ruolo che le porta a mettere in evidenza l'importanza di ogni azionista, enti di origine bancaria compresi, nel futuro risiko bancario. Perché nella riorganizzazione del credito, che a detta di tutti sarebbe imminente, «comandano gli azionisti» tengono a precisare - replicando indirettamente al presidente di Capitalia, Cesare Geronzi - sia il presidente dell'Ente cassa di risparmio di Roma, Emmanuele Emanuele, sia quello del Mps, Giuseppe Mussari, fino ad aprile scorso a capo della fondazione che controlla il Monte,
«Le banche che hanno come azionisti le fondazioni se le tengano strette - afferma Mussari - poi ognuno è libero di decidere, ma nel risiko comandano gli azionisti». «È singolare - avverte - che qualcuno voglia dettare loro comportamenti e regole». La difesa dei soci operata da Emanuele dal palco di Bolzano è ancora più netta: «Se siamo nella condizione in cui i manager devono prevalere sugli azionisti qualche dubbio mi viene sul mantenere le nostre posizioni nel sistema».
Il presidente dell'Ente capitolino esprime tuttavia qualche contrarietà su un eventuale ruolo attivo delle Fondazioni nella riorganizzazione: «ho perplessità per la partecipazione delle Fondazioni nel risiko delle grandi banche, è vero che difendono l'italianità, ma non possiamo trasformare il loro ruolo storico». Giovedì il presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, aveva espresso posizioni simili affermando che le fondazioni debbono chiedere alle banche soltanto una buona gestione e quindi buoni dividendi. Sintonia tra Guzzetti e Emanuele traspare in modo più chiaro però sulla contrarietà di entrambi al ricorso ad opa ostili per realizzare il riassetto. Dopo il no a operazioni non amichevoli arrivato dal presidente dell'Acri, ma soprattutto della Fondazione Cariplo, azionista di Intesa, giunge infatti l'opposizione di Emanuele all'eventualità di operazioni ostili nel mondo del credito.

Ed è da registrare perciò come le due principali fondazioni azioniste delle banche di cui da tempo si ipotizza un'aggregazione, Intesa e Capitalia, si dicano in modo netto non disponibili a sostenere soluzioni non concordate.
Intanto, Emanuele annuncia la svolta: superate le riserve del passato, l’Ente Cassa di Risparmio di Roma potrebbe entrare nella Cassa Depositi e Prestiti .

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