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Ritirata di Lula per Battisti: teme i fischi e schiva l’Italia

Il leone di Brasilia? Ha paura dei fischi. Finché lo accoglievano da Capo di Stato, lo riverivano come lungimirante timoniere delle luminose sorti del Brasile, arrivava trionfante e sorridente. Ora che c’è rischio di beccarsi la contestazione, sparisce più veloce di uno scatto di Cafù sulla fascia.
L’ex presidente brasiliano Lula ieri ha coraggiosamente cancellato la sua visita in Italia, prevista per la fine del mese, per il timore di manifestazioni di protesta nei suoi confronti a seguito della sua decisione, presa alla fine dello scorso anno, di non concedere l’estradizione del terrorista pluriomicida Cesare Battisti.
La notizia rimbalza dal sito web del Folha di San Paolo. E subito scatena nuove polemiche e indignazione al di qua dell’oceano. Nella sua visita Lula avrebbe dovuto sponsorizzare la candidatura del brasiliano José Graziano da Silva alla direzione generale della Fao (l’agenzia dell’Onu per l’agricoltura e l’alimentazione la cui sede principale è a Roma). Tutto era pronto per accoglierlo. Comprese le domande che il nostro governo avrebbe posto all’ex leader brasiliano che proprio nell’ultimo giorno della sua presidenza giocò all’Italia un tiro mancino: fu lui infatti a confermare in extremis l’asilo politico a Battisti, confermato l’altro giorno dall’Alta corte brasiliana.
In Italia non sono mancate dure reazioni. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, nel corso della trasmissione di Rai Tre «Le Storie», ha dichiarato che nel caso Battisti «chi ha sbagliato è solo e soltanto il presidente del Brasile Lula», aggiungendo che «entro il 25 giugno sarà depositata (dall’Italia) la domanda di accesso per il Comitato di conciliazione» con il Brasile sulla vicenda Battisti.
Questa mossa, ha spiegato Frattini, è la «precondizione al ricorso al tribunale internazionale dell’Aia» contro la mancata estradizione dell’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo), condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana per aver commesso quattro omicidi negli anni Settanta e aver ferito il figlio di una delle vittime costringendolo a vita su una sedia a rotelle.
Nel corso della trasmissione Frattini ha accennato anche alla tesi di molti che dietro la decisione del Brasile di non estradare Cesare Battisti ci siano state forti pressioni politiche della Francia di Sarkozy.

Se questo si fosse verificato, ha detto il ministro, «sarebbe sbagliato», «sarebbe un errore perché questo caso non si doveva risolvere con una pressione politica, si doveva risolvere nel rispetto del diritto internazionale e del trattato Italia-Brasile, quindi ha fatto un gravissimo errore e noi abbiamo fatto bene a non esercitare pressione politica».
Evidentemente Lula non aveva voglia di dare risposte a queste legittime domande.

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