Riva, i giudici interrogano quattro bambine

È ancora notte fonda nell’inchiesta che vede indagato il critico d’arte milanese Alessandro Riva per presunti abusi sui minori. Ieri negli uffici della Procura si è svolto l’incidente probatorio che ha visto la convocazione di quattro bambine, tutte intorno ai dieci anni, alla presenza del giudice per le indagini preliminari Giorgio Barbuto. Massimo e giustificato il riserbo sul contenuto delle dichiarazioni rilasciate dalle presunte vittime, assistite da un pool di psicologi e chiamate a raccontare davanti al gip, al pubblico ministero e ai difensori, vicende che risalirebbero al periodo successivo al 2002.
Riva, che è agli arresti domiciliari dal 6 giugno scorso e che ha sempre rigettato ogni accusa, non ha partecipato all’incontro con i magistrati su consiglio dei difensori, che si riservano di far acquisire agli atti le testimonianze di altri bambini che scagionerebbero il critico. «Rispetto agli elementi dell’inchiesta già discussi non è emersa alcuna novità - dice il legale Marco Marzari - e pertanto attendiamo di conoscere le intenzioni della Procura».
A far partire l'inchiesta contro Riva fu la denuncia, mesi fa, di alcune maestre che avrebbero raccolto racconti anomali da parte di alcune amichette della figlia di Riva, relativamente a episodi avvenuti anni prima. Gli episodi riguarderebbero presunte molestie, carezze intime, avvenute nella casa del critico che ha tre figli e che invece ha sempre parlato di «equivoco pazzesco».

Agli atti della procura milanese anche una serie di foto trovate dagli investigatori della sezione minori della squadra mobile che ritraggono i figli di Riva in tenera età. «Immagini che non hanno nulla di equivoco - precisa Marzari -. Quale genitore non ha fotografie dei propri figli?».

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