È uno dei bianchi del momento l'Arneis, vino-vitigno piemontese che trova nelle belle colline del Roero in Piemonte, una personalità tutta grinta e sale che piace agli amanti della tipologia. Non è, va detto, un vino modaiolo: fu di tendenza negli anni '90, quando i Ceretto di Alba lo sdoganarono dai confini locali per lanciarlo nei quattro cantoni della penisola. Chi non ha bevuto, almeno una volta, il loro Blangé: vino-etichetta dal forte appeal «balneare» che trovavi ovunque, nei posti «à la crème» e nelle trattorie di provincia, scorrevole e diretto, appena pétillant, molto godibile. Ma quando il vitigno è interpretato in modo meno frivolo e ammiccante mostra un carattere sorprendente.
I migliori - il numero di buoni vini cresce di anno in anno - sfidano i rossi di «peso» che da sempre si producono nello stesso comprensorio, facendosi ricamati nel frutto (agrumi, fiori, mandorla), vivi e tesi nello sviluppo al palato (nonostante un'acidità non impressionante), sapidi in chiusura con in più una mineralità fossile che si fa sentire.
I produttori più sensibili? I capofila del gruppo sono certamente Roberto e Massimo Damonte della Malvirà di Canale, 0173.978145, malvira.com, con le loro super selezioni, tra cui Saglietto e Renesio, veri e propri fuoriclasse della denominazione. A ruota Domenico Almondo di Montà, 0173. 975256, almondo@giovannialmondo.com, poi Francesco Monchiero, 0173.9556, info@monchierocarbone.com, e Ornella Correggia, insieme a Luca Rostagno, di Canale 0173.978009, cantina@matteocorreggia.com.
Ma non vanno dimenticati produttori assai affidabili come Angelo Negro, Tonino Deltetto, Bric Cenciurio. Così come meritano di essere seguiti tre outsider scalpitanti: Piero Careglio, Mario Pelassa e Marco Porello. Prezzi, vale la pena sottolinearlo, assai appetibili.
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