In principio venne Massimo Donati da Sedigliano, provincia di Udine. Era la stagione 2003-04. A Samuele «Sam» Dalla Bona di San Donà di Piave toccò invece chiudere - volesse il Cielo - i giochi lo scorso maggio, al termine dell'annus horribilis 2005-06. In mezzo vi fu lui, Marco Donadel da Conegliano Veneto, classe '83, baby mediano cresciuto a pane e Milan nel vivaio rossonero, ovvero il secondo esemplare afflitto dalla sindrome tutta blucerchiata delle «tre D». Donatidonadeldallabona da dire tutto d'un fiato, proprio come un fiato, un amen, durarono le avventure alla Sampdoria di questo trio di centrocampisti del nordest, giunti in prestito da Milanello ed eclissatisi all'ombra dei titolarissimi Volpi&Palombo. Quella di Donadel, però, si rivelò l'esperienza più effimera di tutte.
Sbarcò al «Mugnaini» di Bogliasco appena ventunenne, nei primi giorni del luglio 2004. Capelli biondicci, stempiatura incipiente, modi pacati e discreti. Un giovane «vecchio», insomma, già maturo, un tipo che, anziché cavalcare la routine nominando le più che scontate veneri nostrane Bellucci, Ferilli o Canalis, avrebbe preferito un'uscita a cena con Silvio Berlusconi. Mah, contento lui... Oltre alla testa sulle spalle - dicevamo - Marco portava con sé un esordio in serie A col Milan, a San Siro, il 4 marzo 2001 a neanche diciannove anni, una promozione da titolare col Lecce di Delio Rossi (terzo in B nel 2002-03) ed il primo campionato di massima serie (l'anno dopo) nel Parma dei Prandelli-boys. Eppoi un ruolo da primadonna nell'Under 21 gentiliana - vincitrice dall'Europeo di Germania e bronzo ad Atene 2004 - di cui, poco dopo, sarebbe divenuto il capitano di lungo corso. Insomma, un curriculum à la Shirley Temple, brillante e scintillante nonostante la tenera età.
«Arrivo in punta di piedi sperando di non essere solo di passaggio - dichiarò appena giunto in blucerchiato -, farò di tutto per mettermi in mostra». Di occasioni per farlo, però, gliene furono concesse ben poche. Si sa infatti che Novellino non guarda in faccia nessuno; ed in tal guisa si comportò allora col gioiellino milanista Donadel, preferendogli il collaudato tandem Volpi-Palombo. Fu così che, di comune accordo, nel gennaio di due anni orsono, le strade del mediano veneto e della Sampdoria si separarono in via definitiva dopo sole 9 partite e sei mesi di convivenza.
Alla faccia delle «tre D».
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