da Milano
Giornata sì per Parmalat a Piazza Affari. La società guidata da Enrico Bondi ha chiuso la seduta con un rialzo del 5,19% a 2,23 euro e scambi ben superiori alla media. La spiegazione corrente collega leuforia intorno al titolo con le voci di mercato secondo cui i manager di Collecchio potrebbero avere un asso nella manica da utilizzare nelle azioni risarcitorie contro diversi istituti di credito. Secondo indiscrezioni di stampa, riprese dalle sale operative, gli inquirenti che stanno indagando sul default della società alimentare, sono in possesso di un report di Lehman Brothers che già nel 2003 lanciava lallarme sulle difficoltà finanziarie della società. «Cè più ottimismo sul ricorso presentato dai manager alle banche per il recupero dei crediti», osserva un trader.
Il report della banca d'affari Usa era ben noto al management di allora della Parmalat, tanto che, il 31 dicembre del 2003, il patron del gruppo Calisto Tanzi, già arrestato qualche giorno prima per il default della società, e l'avvocato Gianpaolo Zini furono indagati anche per calunnia verso la banca d'investimento Usa. Secondo l'ordinanza d'arresto la calunnia nei confronti di Lehman è dovuta al fatto che Tanzi e Zini avevano incolpato «membri di Lehman Brothers di aggiotaggio in danno alla Parmalat, sapendoli innocenti». Dai verbali dell'interrogatorio di Tanzi il 3 gennaio del 2004 emerge che, secondo il fondatore del gruppo alimentare, fu l'avvocato Zini a spingerlo a presentare i due esposti alla Consob contro Lehman.
Lesistenza di report negativi di Lehman sulla Parmalat gestione Tanzi è peraltro ben nota anche alla comunità finanziaria (e la banca daffari non fu certo lunica a lanciare lallarme). Non è facile dunque capire il motivo del rinnovato interesse intorno al titolo della società di Collecchio e soprattutto il legame con studi societari già conosciuti.
Da rilevare tra laltro che Lehman Brothers è stata tra gli operatori più attivi nellaccompagnare il ritorno in Borsa della nuova Parmalat.
Gli analisti di Lehman hanno accompagnato il cammino della risorta società alimentare con report estremamente positivi, arrivando a ipotizzare un valore del gruppo pari a 3,4 euro per azione, mentre il titolo ha debuttato appena sopra i 3 euro iniziando poi subito la discesa. Nel frattempo la banca daffari Usa ha collocato sul mercato sostanziosi pacchetti del capitale di Collecchio incassando tra laltro significative plusvalenze.
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