«Sì» al nuovo Patto europeo, ma il Portogallo rimane a rischio

La nuova governance economica europea passa l’esame dei capi di Stato e di governo dell’Ue: i Ventisette approvano il nuovo fondo permanente «salva-Stati», dotato di 500 miliardi di euro con rating «tripla A», e le nuove regole per il rientro dai deficit edebiti pubblici eccessivi. Ma sullo sfondo del Consiglio europeo, concluso ieri a Bruxelles, restano le ombre portoghesi.
«Non abbiamo bisogno di aiuto», afferma il premier dimissionario Josè Socrates al termine del vertice, escludendo per il momento la richiesta di Lisbona di utilizzare l’attuale fondo «salva-Stati». Il rischio di un default del Paese è reale anche se, secondo Socrates, il Portogallo è in grado di finanziarsi sul mercato. Tuttavia l’entità delle due prossime emissioni di bond è elevata: oltre 4 miliardi di euro a metà aprile, e quasi 5 miliardi a metà giugno. Dopo Fitch, anche Standard & Poor’s ha ieri declassato il rating del debito portoghese, portandolo da «A+» a «BBB» con inevitabili conseguenze sul mercato: i rendimenti dei titoli decennali sono saliti al 7,80%, con uno spread sul bund tedesco di 451 punti base; ed anche il biennale è salito sopra il 7% per la prima volta dalla nascita dell’euro nel 1999. Il Paese ieri è rimasto paralizzato dallo sciopero nel trasporto pubblico. Si parla della formazione di un governo transitorio, guidato dallo stesso Socrates, per affrontare l’emergenza finanziaria.
I mercati, per il momento, non credono a un effetto domino per la Spagna. I rendimenti dei titoli di Madrid sono al 5,1%, anche se è vero che le banche spagnole detengono 6,5 miliardi di debito sovrano e 70 miliardi di debito privato portoghese. Il premier Zapatero ha annunciato nuove misure di risanamento economico. Quattro Paesi - Spagna, Germania, Francia e Belgio - hanno presentato al Consiglio «concreti impegni» nell’ambito del nuovo Patto per l’euro. In molti Paesi la manovra di aggiustamento 2012 dovrà essere superiore allo 0,5% del pil. La riduzione del debito, invece, parte dal 2015, una volta concluse le procedure per deficit eccessivi.
Il nuovo meccanismo permanente «salva-Stati» partirà dal 2013.

L’Italia vi dovrà contribuire con 14,33 miliardi di euro, in cinque rate annuali. Il finanziamento non tiene conto del rating dei Paesi membri, come aveva chiesto Angela Merkel. Il «no» dell’Italia ha coagulato l’opposizione di molti altri Paesi.

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