da Biella
Ha difeso Di Canio e il suo saluto romano, ma il fatto di essere, oltre che grande tifoso della Lazio anche membro di Rifondazione Comunista, gli è costata l'espulsione dal partito: è accaduto ad Antonio Filoni, consigliere comunale a Biella. Ad aggravare la situazione, agli occhi del suo partito, è stata una fotografia in cui si faceva ritrarre mentre faceva il saluto romano insieme al collega di Alleanza Nazionale, Davide Zappalà, con il quale è unito dalla passione per i laziali.
La vicenda risale a circa una settimana fa quando Filoni, personaggio molto conosciuto in città, ha preso posizione, con una lettera ai giornali, in difesa di Di Canio. Con l'intenzione di evidenziare la goliardata del gesto dell'attaccante laziale, Filoni e Zappalà, divisi in politica e uniti nello sport, hanno voluto emularlo facendosi addirittura fotografare pubblicamente a braccio teso. Liniziativa, però, non è piaciuta ai vertici di Rifondazione Comunista che ha preso i suoi provvedimenti. L'episodio dell'espulsione viene duramente stigmatizzato dal deputato biellese di An, Sandro Delmastro Dalle Vedove. «La scure della giustizia comunista si è abbattuta sul malcapitato consigliere comunale - scrive in una nota - che, amareggiato, saputo il verdetto ha dichiarato di essere più comunista di quelli che l'hanno cacciato». Delmastro fa anche notare che i giovani di Alleanza Nazionale, proprio per sdrammatizzare un fatto che di politico non aveva assolutamente nulla, si fecero fotografare, insieme a lui, nella via centrale di Biella, mentre salutavano con il pugno chiuso e lo slogan, anch'esso goliardico, «a noi non ci cacciano. Il politburo casereccio ha deciso con determinazione stalinista che Filoni doveva essere espulso e così è stato».
Una decisione sofferta che giunge al termine di una serie di episodi che già preannunciavano il distacco di Tony Filoni dal partito che lo candidò sindaco al Comune di Biella: questa la versione fornita dalla segreteria del Prc.
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