da Torino
Si ricomincia con la battaglia delle perizie. Dei reperti, più o meno spariti, delle foto e dei video che finalmente rispuntano. Così, ora che il materiale sembra finalmente a disposizione degli esperti, i giudici di Torino, hanno disposto una nuova perizia sulle macchie di sangue notate sul pavimento della stanza in cui fu ucciso Samuele Lorenzi. La corte d'Appello ha chiesto al perito Hermann Schmitter di stabilire se il pigiama, trovato sul letto in cui il bimbo fu colpito, era disteso sul pavimento e se l'assassino ha agito «in piedi sulla sponda sinistra del letto» anzichè esservi sopra come ricostruito dall'accusa. La chiave è la posizione del pigiama che per l'accusa era lindumento indossato dal killer. Ovvero da Anna Maria Franzoni. Hermann Schmitter dovra esaminare le immagini (che furono realizzate dai carabinieri) per studiare le gocce di sangue che si vedono su un frammento del video girato dall' Arma il giorno stesso del delitto. Era stato lo stesso Schmitter, al processo di primo grado, a far presente che non aveva potuto esaminare il pavimento perchè non aveva visionato il materiale.
La chiave è la posizione del pigiama, che secondo l' accusa era indossato dal killer: «In teoria, se avessi potuto vedere sul pavimento un'area vuota e delle gocce di sangue a pioggia intorno, avrei potuto cambiare conclusioni», aveva detto Schmitter all' epoca di quel giudizio.
La Corte ha invece respinto una richiesta dell'avvocato difensore, Carlo Taormina, di nominare un interprete tedesco: si procederà con quello di lingua inglese.
A proposito mancanza di immagini filmate durante i test nella villetta di Cogne con il Luminol la Franzoni attacca: «Ma che ci prendiamo in giro? Questa sarebbe la professionalità dei Ris? Potrebbero guardare più spesso le foto di Samuele e vergognarsi», ha accusato Annamaria, durante una pausa del processo. In effetti i carabinieri non effettuarono riprese fotografiche delle aree della casa e della stanza del delitto durante una delle prime ispezioni nell'ormai lontano 2002.
Anche l'avvocato Carlo Taormina non usa mezze parole per criticare il reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri e afferma: «Un giorno si riderà su questi accertamenti del Ris».
E poi aggiunge, riguardo alla perizia Schmitter, che «il 99 per cento mi va bene a parte la questione dei pantaloni».
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