Scajola: «Il test nazionale aiuterà anche Biasotti»

Scajola: «Il test nazionale aiuterà anche Biasotti»

«Le regionali di primavera saranno un test sulla popolarità del governo. E il fatto che abbiamo lavorato molto bene, in uno scenario di grandi difficoltà economiche internazionali, mi dà ottimismo. Questo mi fa essere ottimista anche per la Liguria, perché il test nazionale aiuterà»: è qualcosa più di un auspicio il giudizio espresso dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, nel suo «venerdì genovese», trascorso prima a presiedere il vertice di parlamentari, consiglieri regionali e coordinatori del Pdl, poi a visitare il Salone nautico. L’iniezione di fiducia di Scajola fa leva sull’effetto-trascinamento: che il consenso alla coalizione dei moderati in sede nazionale possa trasmettersi alla Liguria, favorendo il candidato alla presidenza, Sandro Biasotti. Il quale, nel corso del vertice, «incassa» con entusiasmo la prospettiva, assieme al rinnovato impegno di tutti a sostenerlo in campagna elettorale.
Ma Scajola, che non ha mai dismesso l’abito dell’organizzatore instancabile della macchina del partito, insiste nel tracciare le linee guida: «Incomincia l’organizzazione della campagna elettorale, dove - spiega - allarghiamo le liste anche alla società civile per far ripartire la Liguria e far rinascere questo territorio». Si tratta, in sostanza, di predisporre liste aperte, in particolare agli esponenti della società civile. La proposta guadagna immediati consensi, più d’uno si dichiara apertamente entusiasta. A cominciare da Michele Scandroglio, coordinatore regionale del Pdl e da sempre interprete autentico delle intuizioni politiche e organizzative del ministro.
E quando Scajola accenna all’esigenza di formare un comitato di saggi con l’incarico di elaborare le candidature, il coro di consensi è quasi generale. Interviene l’onorevole Eugenio Minasso, che non è di quelli che sprecano le parole, e sottolinea il valore di una strategia assolutamente condivisibile. Anche per quanto riguarda l’eventuale «recupero» dell’Udc, su cui subito dopo si sofferma il ministro: «Intendo la politica come la presentazione di programmi e candidati -scandisce Scajola -. L’esperienza mi insegna che non è fatta dalla matematica e dalla somma delle sigle, ma dalla coerenza e dalla capacità dei protagonisti. Quindi non so se l’Udc in Liguria sarà determinante, perché penso che gli elettori siano più intelligenti e più corretti di molti esponenti politici che giocano con la politica». Si associa, fra gli altri, Gian Nicola Amoretti, vicecoordinatore vicario provinciale di Genova, d’accordo sulle liste aperte e sulla prospettiva di «ricompattare l’Udc con la coalizione, purché il partito di Monteleone manifesti in forma concreta la discontinuità con la giunta Burlando».
Concordano anche l’onorevole Enrico Musso e lo stesso Biasotti, che intanto conferma di aver sostituito la Mercedes stagionata, utilizzata per i trasferimenti sul territorio, con una più convenzionale Fiat Croma, senza ovviamente che questo possa significare un’adesione alla «squadra» politica di Montezemolo...

La conclusione è ancora del ministro: «Al di là degli schieramenti - scandisce - quello che mi interessa, come ligure, è che questa regione la finisca di perdere abitanti, possa dare prospettive di crescita ai giovani e avere un percorso che faccia ritornare i fasti del passato». Parole che suonano come la carica migliore per Biasotti presidente.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica