Pagare per colpe non nostre? Prepariamoci al peggio. Grazie all'ennesima sentenza "creativa" da ieri molti italiani rischiano di dover pagare risarcimenti milionari anche per fatti commessi da altri e che accadranno durante le loro vacanze e dei quali non avevano alcun controllo o consapevolezza. La storia che ha originato l'ennesima aberrazione giudiziaria e' tragica ed ha un unico aspetto positivo: per una volta infatti si parla di un risarcimento adeguato, peccato però che i giudici lo abbiano messo sulle spalle della persona che non l'ha commesso. Tutto ruota attorno al malore di una bambina di dieci anni di Firenze: la pediatra "di famiglia" della Asl è in vacanza ed in servizio c'e' la sostituta. Il medico non coglie al volo i sintomi di un'appendicite e al telefono minimizza. Poco conforto anche dalla guardia medica finchè i sintomi si aggravano e la bambina viene portata di corsa all'ospediale pediatrico Meyer dove l'appendicite trascurata si rivela in tutta la sua gravità ma è troppo tardi, la bimba muore. Il processo penale che ne segue vede riconosciute in parte le colpe della pediatra in servizio e del dottore della guardia medica, tuttavia la richiesta civile di risarcimento danni riserva la sorpresa: i giudici stabiliscono infatti un risarcimento pesantissimo di circa tre milioni di euro diviso tra i genitori, il fratello e i nonni della vittima, tuttavia decidono anche di estendere la responsabilità alla pediatra in vacanza, nonostante fosse stata del tutto inconsapevole della vicenda e non responsabile degli avvicendamenti e delle sostituzioni dei medici dato che le turnazioni vengono decise dalla Asl, tant'è vero che la professionista non fu imputata nel processo penale. L'ordine dei medici e il sindacato dei pediatri non l'hanno comprensibilmente presa bene e i commenti più teneri presi a caldo parlano di sentenza "assurda", "creativa" o "eccessiva" in crescendo man mano che le conseguenze di questa "creatività" si stanno palesando. Fino ad ora la responsabilità oggettiva nella professione medica affiorava quasi solo ai danni della struttura sanitaria che ospitava il medico oppure per questioni di gerarchia in capo ad esempio al primario, tutte figure non applicabili nel caso del medico convenzionato, tant'è vero che il rappresentante di categoria precisa che nella convenzione con la Asl "c'è scritto chiaro che il sostituto assume tutte le responsabilità, anche quella civile". Tutto logico e condivisibile, tuttavia contro il magistrato "creativo" la logica non rappresenta certo una difesa. Certo che la leggerezza con cui la magistratura appioppa risarcimenti e condanne (ricordiamo il record dei famosi 750 milioni di indennizzo decisi dal giudice Mesiano, senza lo straccio di una perizia, ai danni del solito Berlusconi a favore del solito De Benedetti) stride non poco con l'irresponsabilità della categoria giudicante e con la benevolenza con cui si autogiudicano. Parlando di colpe da assegnare ai vacanzieri non può non tornare alla mente infatti il suicidio del presidente dell'Eni, Gabriele Cagliari, in piena tangentopoli, che si tolse la vita in carcere dopo mesi di carcerazione preventiva mentre il pm De pasquale (lo stesso del caso Mills, quello che inventò il reato di corruzione che si perfeziona non quando uno riceve i soldi ma quando li preleva, poi smentito dalla Cassazione) partì per le vacanze lasciandolo a "meditare" in prigione. Il dirigente scrisse prima di morire ai familiari una lettera che ogni tanto vale la pena di rileggersi, in cui si denunciano gli atteggiamenti al limite della tortura tenuti dalla procura milanese affamata di delazioni. In quel caso ogni tipo di esame interno fu ovviamente autoassolutorio ed allo stesso modo sono finiti i numerosi casi in cui la sezione disciplinare ha assolto o al più sanzionato con un buffetto magistrati che magari avevano frequentemente dimenticato in carcere innocenti per incuria o per omonimia. La scusa per loro c'e' sempre: la mole di lavoro, lo stress Per il medico in vacanza invece ecco inventata la responsabilità oggettiva. Sono abnormità, tuttavia esse discendono anche dall'inerzia della politica: siamo ancora in attesa della promessa riforma della giustizia e dell'introduzione della responsabilità civile anche per i magistrati.
Sicuramente i finiani si sono in passato messi di traverso ma non è un buon motivo: i sintomi dell'impazzimento del sistema sono sin troppo evidenti e non tentare nemmeno di porvi rimedio potrebbe diventare difficilmente giustificabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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