Se nell’aula del tribunale si trovano di fronte cittadini e soggetti pubblici

Su Dossier, dalla prossima edizione, verrà pubblicata una nuova rubrica redatta in collaborazione con l'avvocato Sara Calzi e il Centro Studi Ameco di Milano, tra i principali riferimenti sul territorio nell'ambito della consulenza fiscale, lavoristica, legale e amministrativa. L'obiettivo è mettere in luce tutti quei casi in cui, purtroppo, il principio costituzionale secondo il quale «La legge è uguale per tutti» sembra venire meno. Nel primo intervento, l'avvocato Calzi spiega cosa può accadere quando, dinanzi a un tribunale, si ritrovano, contrapposti, cittadini privati e soggetti pubblici. E il tema che, visti i tempi, subito si impone all'attenzione, è quello fiscale. «Quando un cittadino riceve una cartella esattoriale fiscale deve impugnarla entro 60 giorni. Se impugna con un solo giorno di ritardo può avere tutte le ragioni del mondo, ma la legge non gli permette più di difendersi, deve pagare - spiega Sara Calzi -. La Pubblica amministrazione, invece, non deve rispettare gli stessi limiti temporali, anche se apparentemente la norma li prevede». Solo apparentemente? «Sì, perché il termine per la Pubblica amministrazione - continua - a differenza di quello previsto per il cittadino, non è obbligatorio, al punto che la prima può depositare i propri atti e documenti anche il giorno dell'udienza. In gergo tecnico, si dice che il termine per il contribuente è di tipo perentorio e quello per il soggetto pubblico è di tipo ordinatorio. Il fatto che quest'ultimo possa depositare il proprio atto e relativi documenti, anche il giorno stesso dell'udienza, comporta una grossa difficoltà per l'avvocato del contribuente, in quanto egli si troverà a discutere davanti alla Commissione tributaria, non sapendo neppure cosa ha scritto e cosa ha depositato la controparte.

A mio parere, questo è un fatto incostituzionale. Eppure la Corte di cassazione ha rigettato l'eccezione di incostituzionalità presentata dalla Commissione tributaria regionale della Campania, con argomentazioni che non mi sembrano affatto condivisibili».

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