«Regola numero uno: la tenacia. Una volta cominciato, non bisogna mollare». Beatrice Masini, scrittrice di libri per ragazzi e, soprattutto, traduttrice di Harry Potter, sa bene la costanza è fondamentale. Le avventure del maghetto, che ha tradotto in italiano per Salani, non sono state una passeggiata. Tante parole da reinventare nella nostra lingua, la sfida di un libro che sembra per bambini, ma non lo è affatto. Anche nella lingua. Linglese, per lei, non è un problema. Anzi: è un lavoro.
Perché gli italiani se la cavano così male con linglese?
«Lo studiano, ma non si buttano: cè sempre limbarazzo. Ma una lingua si impara parlandola, praticandola».
Lei come ha fatto?
«Al classico si studiava fino alla quinta ginnasio. Poi ho continuato a studiarlo al pomeriggio, anche se la mia passione erano le lingue antiche. Dai 17 anni ho iniziato a leggere libri in originale: il primo è stato Kipling, non era facile. Ma mi è venuta voglia».
La difficoltà maggiore?
«Pensi sempre in italiano. Il salto, anche nella traduzione, è quando riesci a immedesimarti in strutture mentali e linguistiche diverse dalle nostre. E non, semplicemente, traduci una parola dopo laltra. Lerrore di molti è costruire la frase come in italiano».
Consigli?
«Primo: essere zelanti.
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