Varese«Lì dentro, c'è una scena da film dell'orrore», sussurra l'investigatore della squadra mobile girando lo sguardo verso la villetta del massacro mentre sta perlustrando il giardino. Poi i suoi occhi tornano a calamitarsi sul prato alla caccia di un indizio, di una goccia di sangue, di un brandello di carne. Di un qualsiasi elemento prezioso per svelare un mistero raccapricciante. Perché chi ha ucciso a coltellate l'anziana, che viveva sola in questa casa del Varesotto, ha colpito con una ferocia bestiale e inspiegabile: ha sgozzato la donna di 82 anni e le ha mozzato le mani, portandosele via. È la prima volta che succede in Italia.
Un giallo dalla scorsa notte avvolge una villetta, color beige, nel cuore di un reticolo di stradine immerse nel verde a Cocquio Trevisago, paese a una decina di chilometri da Varese, dove in casa sua è stata trovata morta Carla Molinari, nubile, senza figli, madre di origini francesi, pensionata dopo una vita trascorsa a lavorare in una tipografia e alcuni anni passati Oltralpe.
In seguito alla scomparsa del padre, avvenuta qualche anno fa, la donna abitava da sola in questa villetta disposta su un solo piano, con un ampio giardino, in una zona tranquilla. L'anziana non aveva parenti stretti. A tenerle compagnia i vicini di casa che, il giorno dopo la scoperta del delitto, in lacrime e sotto choc, si tormentano di domande senza scovare una risposta. Ma soprattutto si sentono prigionieri di un dilemma agghiacciante: «Perché tanta violenza su Carla? Perché le hanno amputato le mani? Chi poteva volerle così male?».
È un mistero. Nessuno ha visto niente, nessuno ha sentito urla o rumori. Niente. Così come non c'è traccia dell'arma dell'omicidio. Forse è un coltello. Qualche certezza arriverà dall'autopsia che fornirà un responso su cause esatte e ora della morte. Per ora, intanto, negli uffici della Squadra mobile trapela soltanto che attorno alle 18 di giovedì un'amica aveva telefonato alla vittima. Non ottenendo alcuna risposta, più tardi ha ritentato e poi ha chiamato una vicina, in possesso di una copia delle chiavi, e con lei è andata a vedere. La porta d'ingresso era aperta. Le luci accese. Sono arrivati anche alcuni parenti, tra cui la cugina che pure aveva cercato di contattarla senza riuscirci. Dalla finestra hanno notato il corpo riverso a terra. È scattato l'allarme. Davanti ai soccorritori del 118 è comparso un quadro orribile: l'anziana aveva uno squarcio alla gola, un profonda ferita dal collo alla cintola e non aveva più le mani. Amputate.
La polizia scientifica ha setacciato la casa, il vialetto con la ghiaia, il giardino i bidoni della spazzatura alla ricerca non soltanto dei due arti recisi di netto, ma anche dellarma del delitto. Nulla.
È un giallo. E parlare di rapina finita male sembra non solo prematuro, ma azzardato. La casa non sembrava sottosopra e ancora bisogna capire se sia stato rubato qualcosa di valore. Ascoltati vicini, amici, conoscenti e parenti, nel corso della giornata di ieri, Procura e investigatori hanno man mano scartato numerose ipotesi esaminate. E in serata il questore di Varese, Marcello Cardona, ha detto che «si sta lavorando su un'idea», che si tratta di «un omicidio dai tratti particolari».
Un punto a favore degli inquirenti lo ha dato la scena del crimine: «È rimasta quasi intatta», rimarcano, sono stati recuperati dei mozziconi di sigarette e altro materiale. E questi saranno mattoni importanti nella costruzione delle indagini. All'interno della villetta la polizia ha trovato cassetti aperti e ribaltati, le stanze in disordine. Come se qualcuno avesse voluto rovistare in fretta. Ecco perché si lavora anche alla pista di un tentativo di rapina finito in tragedia. Ma su questo terreno gli inquirenti si muovono con cautela.
Il procuratore capo di Varese, Maurizio Grigo, però si sbilancia: «I dettagli che abbiamo, la crudeltà con cui ha agito lassassino, spingono le indagini in una direzione precisa».
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