Milano - Non sarà presentato - il termine è scaduto oggi all’una - l’annunciato emendamento al decreto legge sulla sicurezza che prevede l’utilizzo di 2.500 militari in pattuglie miste nelle città. La decisione è stata presa nel corso di un incontro, a Milano, tra il ministro dell’Interno, Roberto Maroni e quello della Difesa, Ignazio La Russa. E La Russa illustrerà il provvedimento - che a questo punto verrebbe inserito nel disegno di legge sulla sicurezza - al capo dello Stato, Giorgio Napolitano. "Il presidente della Repubblica mi ha accordato un incontro alle 16.30, durante il quale illustrerò tecnicamente il decreto sulla sicurezza", ha detto il ministro della Difesa spiegando che prima non c’era stato il tempo materiale per illustrare tecnicamente a Napolitano il contenuto dell’emendamento relativo all’utilizzo delle forze armate. La Russa ha anche che che stamani con il ministro Maroni ha concordato sul fatto che l’emendamento non andasse presentato prima dell’illustrazione al presidente Napolitano".
L'emendamento sarà votato dal parlamento Pur esprimendo l’auspicio che l’emendamento sui 2.500 militari da utilizzare nelle città entri a far parte del decreto sicurezza, La Russa ha sottolineato la volontà che sia oggetto di un voto del Parlamento. "Questo emendamento non è stato messo ancora nel decreto - ha detto La Russa - perché non vogliamo che entri in vigore nemmeno per un solo minuto senza il voto del Parlamento. Perché diventi legge deve essere dunque votato dal Parlamento". Il ministro della Difesa ha precisato che la dotazione di questi 2.500 militari sarà messa a disposizione del Viminale che a sua volta potrà affidarla alle città metropolitane o alle aree densamente abitate su richiesta dei prefetti.
"Nessun contrasto nel governo" In tema di sicurezza non vi è nessun contrasto all’interno del governo. Lo ha ribadito il ministro della Difesa che proprio per dimostrare la piena sintonia tra i ministri in merito al decreto sicurezza ha incontrato oggi in Prefettura a Milano il ministro dell’Interno Roberto Maroni con il quale, alla presenza di giornalisti, fotografi e operatori tv, si è abbracciato. "Con Maroni - ha spiegato La Russa - ci eravamo già dati appuntamento per oggi da diversi giorni ma abbiamo voluto farlo davanti ai giornalisti proprio per mostrare chiaramente che non c’è nessun contrasto ma piena coesione all’interno del governo". Quindi, rivolto ai giornalisti ha aggiunto "non sognatevi mai che in questo governo ci siano situazioni di contrasto come spesso accadeva in quelli precedenti".
"Parte dei 2500 uomini saranno carabinieri" Il ministro della Difesa, conversando con i giornalisti, ha precisato che buona parte dei 2.500 militari che saranno messi d’ausilio alle forze dell’ordine contro la delinquenza nelle città metropolitane, potrebbero essere carabinieri. "Pochi sanno - ha detto - che i carabinieri sono forze armate, ma su 120 mila circa quasi tutti sono impegnati in servizi di ordine pubblico e quindi sono già a disposizione del Viminale: ne restano circa 10 mila che hanno compiti specifici al servizio della Difesa e nessuno vieta che una parte di questi 2.500 uomini, o una buona parte di essi, siano attinti dalle forze dei carabinieri a disposizione della Difesa".
Maroni: "Non militarizzeremo le città" "Non ci sarà alcuna militarizzazione delle città: quella dell’esercito è una disponibilità che va accolta perchè permette interventi in situazioni a rischio", ha rassicurato Maroni. "Il contenuto dell’emendamento prevede la possibilità per il ministro dell’Interno di utilizzare fino a 2.500 militari accanto alle Forze dell’Ordine in alcune determinate situazioni. È una decisione che spetta al ministro dell’Interno e quindi non c’è alcuna militarizzazione delle città ma un presidio e un controllo di aree a rischio. È una soluzione buona perché mette tutto nelle mani del Ministero dell’Interno, e quindi non c’è nessuna invasione di competenze da parte delle Forze Armate".
"In ddl reato di induzione all'accattonaggio" "Prevediamo di inserire nel Ddl sulla sicurezza il reato di induzione all’accattonaggio, che determinerà la perdita di quella che un tempo era definita patria potestà dei genitori che si macchiano di questo reato", ha poi annunciato Maroni. Il titolare del Viminale ha spiegato che grazie a questo provvedimento normativo "saranno modificati molti atteggiamenti che avvengono anche nei campi nomadi regolari". In nome della tutela della sicurezza, ha spiegato ancora Maroni, i controlli sui campi nomadi saranno condotti a 360 gradi. "Interverremo in tutte le realtà - ha precisato - anche nei campi regolari. Nessuna situazione di già autorizzata sarà salvaguardata dal punto di vista del rispetto della legalità e della sicurezza".
In 10 regioni realizzato un Cpt "Tutte le regioni avranno un Cpt", un centro di permanenza temporanea. Il ministro ha spiegato che i centri per gli immigrati saranno realizzati solo nelle regioni in cui attualmente non ci sono, ovvero dieci. "Saranno realizzati - ha aggiunto - in Liguria, Toscana e Veneto. E questi contribuiranno ad allentare la pressione sul centro milanese di via Corelli". Maroni ha spiegato questa decisione con l’esigenza di "dislocarli meglio". I Cpt esistenti - ha detto - non sono pieni ma sono male dislocati. A volte, accade che un centro è pieno e non sono disponibili posti nelle immediate vicinanze".
La Moratti: "Esercito davvero utile" "Io credo che i cittadini hanno paura degli atti di violenza, non certamente di chi li aiuta ad essere più sicuri".
Lo ha detto il sindaco, Letizia Moratti, arrivando in prefettura per il vertice con il ministro degli Interno Maroni, in merito alle polemiche sulla possibile militarizzazione della città. "L’esercito in questo senso - ha detto Moratti - può essere davvero utile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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