Sorrentino contesta chi lo loda

Incredibile. Non si placa la querelle su La rabbia e la metà (quella di Giovannino Guareschi) tagliata per far spazio ai 16 minuti inediti di Pier Paolo Pasolini recuperati dalla Cineteca di Bologna. «Quando l’Italia sapeva arrabbiarsi», titola l’Unità un torrenziale colloquio dello scrittore Beppe Sebaste con Giuseppe Bertolucci, fratello di Bernardo, presidente della Cineteca felsinea. Come sapete, Bertolucci s’è dimesso dal comitato per il centenario della nascita di Guareschi, accogliendo la civile protesta dei figli dello scrittore. Eppure, mentre la versione restaurata-dimezzata esce nelle sale con l'Istituto Luce (in attesa dell'altra «censurata»), ecco che Bertolucci riaccende lo scontro. Accusa: «È stata montata e inventata una polemica campata per aria, un brutto segno dei tempi. Oggi ha rilevanza mediatica solo la rissa, e ogni esternazione di pensiero deve essere trasformata in rissa per fare notizia, trasformare in notizia una non notizia per poter schiamazzare». E vabbè. Poi aggiunge, con tono grave: «Confesso che un momento così brutto in Italia non l'ho mai vissuto». Addirittura? Bertolucci è regista originale e uomo garbato. Ma, per dirla tutta, fu lui ad aprire le danze, confessando a La Gazzetta di Parma che «il testo di Guareschi è insostenibile, addirittura razzista, gli abbiamo fatto un piacere a non recuperarlo». Vi sembra una non notizia?
FROCETTO. Scatta quasi l’applauso, tra i cinefili rocchettari, quando Mickey Rourke, nei panni del vecchio wrestler che non vuole mollare il ring dopo l’infarto, urla sopra una canzone a tutto volume dei prediletti Guns N’ Roses (lui ascolta solo rock duro): «Poi è venuto quel frocetto di Kurt Cobain e ha rovinato tutto». Avvertenza: l’attore, che fu oggetto del desiderio all’epoca di Nove settimane e mezzo, gira per il Lido con un chihuahua tra le braccia, neanche fosse Valentino.
SORRENTINO. Alla Mostra per ritirare insieme a Matteo Garrone di Gomorra il premio «Siae alla creatività», Paolo Sorrentino corregge la motivazione ufficiale, laddove si parlava del Divo, cioè del film su Andreotti, come «una storia totalmente inventata». Intervistato dal Corriere del Veneto precisa con una punta polemica: «Ribadisco: sul “totalmente inventata” non sono d'accordo».
FATICHE. Dura - si fa per dire - la vita di Gaetano Blandini, responsabile della Direzione Cinema presso il ministero ai Beni culturali nonché amministratore unico di Cinecittà Holding.

Qualche sera fa è stato visto dividersi in tre nel garden del ristorante La Favorita, passando con leggiadria da un tavolo all'altro: nel primo c’era Pasquale Squitieri, nel secondo il produttore Luigi Musini, nel terzo il sottosegretario Francesco Giro. Fatiche al Lido.

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