Cè chi è disperato perché non lavora e chi non vede lora di smettere di lavorare. Da una parte i disoccupati, dallaltra i privilegiati. Ed è contro questi ultimi, i membri del Congresso dei deputati, che in Spagna rischia di esplodere una sollevazione popolare. Tutto nasce dalla decisione annunciata dal presidente del Congresso dei deputati, il socialista Josè Bono, di ridurre il lavoro in plenaria dei parlamentari, da tre a due mezze giornate alla settimana. Che equivalgono praticamente ad una sola giornata di lavoro.
Lannuncio ha suscitato un mare di polemiche in un momento in cui nel Paese cè un esercito di quasi cinque milioni di disoccupati (il 21,5%), e mentre nelle piazze sono ancora accampati i giovani indignados che protestano fra laltro contro la corruzione dei politici. I tempi di lavoro dei deputati spagnoli sono già fra i più ridotti: in Italia, ad esempio, i loro colleghi - non indicati esattamente come campioni di stakanovismo - si riuniscono di solito in seduta ordinaria dal martedì mattina al giovedì pomeriggio.
Con la riforma introdotta «in forma sperimentale» da Bono, gli onorevoli spagnoli lavoreranno in plenaria a Madrid il martedì pomeriggio e il mercoledì mattina, e non più anche il giovedì. Chi non sarà trattenuto da lavori di commissione, ha calcolato il sito di informazione «Cuartopoder», lavorerà a Madrid 12 ore settimanali, tre settimane al mese. «Le loro signorie risparmieranno una giornata e una notte di vitto e alloggio senza che venga ridotta la diaria esentasse di 1874 euro mensili». «Potranno dedicarsi ad altre attività e alla lunga campagna di riconquista del voto, perché di questo si tratta», chiarisce Cuartopoder. Le prossime politiche sono alle porte, in teoria in marzo, se non saranno anticipate come si ipotizza a fine anno.
Il quotidiano La Razon ricorda che i deputati spagnoli hanno già circa tre mesi di vacanze estive e due a Natale, e critica la maniera in cui Bono ha annunciato la riforma, negli ultimi minuti della sessione di questa settimana quando in aula rimanevano solo 30 dei 350 deputati. «Vi propongo di adottare questa formula sperimentale», ha detto. Non ci sono state reazioni. «Constato che è accettata per consenso», ha chiuso il dirigente del Psoe del premier Josè Luis Zapatero. Izquierda Unida e Partido Popular, allopposizione, hanno preso le distanze, sostenendo di non essere a favore.
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