Sparano alla testa della rivale della Palin

I bossoli per terra non si contano. La deputata Gabrielle Giffords è per terra con un foro alla testa. Altre diciotto persone sul selciato. Dodici sono feriti, sei morti. È una strage a prescindere dal numero delle vittime, perché l’immagine della sparatoria fa il giro d’America e del mondo, perché la dinamica è quella delle storie alla Bowling for Columbine. Perché, soprattutto, c’è la storia di Giffords. Lei era l’obiettivo del ragazzo di 22 anni, Jared Laughner, che ha premuto il grilletto, lei parlamentare democratica al Congresso per l’Arizona, lei che lì a Tucson stava per parlare alla sua gente. Adesso è in ospedale, viva, ma quasi morta, tra le mani di un chirurgo che non si sa riuscirà a salvarla.
Perché? La grande e unica domanda che si pone l’America è solo questa: perché? Lo sparatore è stato arrestato. Parlerà. Racconterà. Intanto i media provano a dare la risposta e la trovano nella storia politica di questa signora di quarant’anni definita tra i leader più in ascesa del partito democratico. Allora le prime voci sono anche le peggiori: Giffords sarebbe vittima di un agguato motivato da suo essere favorevole al diritto delle donne di abortire e per aver votato a favore della riforma della Sanità voluta dal presidente Barack Obama. Ci sono tanti se e tanti ma in tutti i telegiornali, in tutte le cronache sul web. Parlano utti cautela, perché il terreno è scivoloso, perché la questione è cruciale. Allora la premesse è sempre la stessa: «Sono voci». Certo, voci. Voci, che aumentano. Voci alimentate dall’incursione dei media liberal che raccontano in diretta tutte le notizie. Allora dicono che fosse sulla «target list» di Sarah Palin. L’ex governatore dell’Alaska ed ex candidata alla vicepresidenza aveva stilato un elenco di avversari da sconfiggere politicamente «per la loro responsabilità nel disastro» rappresentato dal voto con cui il Congresso aveva approvato la riforma sanitaria. La poi votò anche a favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali, e contro i sussidi alle compagnie petrolifere.
In realtà la carriera politica di Giffords è quella di una centrista: rieletta per la terza volta al Congresso lo scorso novembre, fa parte dei Blue Dogs, ovvero i democratici più moderati. Vuole l’aumento del salario minimo, è impegnata su questioni di immigrazione, appoggiando programmi di integrazioni per migranti e per la legalizzazione dei clandestini, ma anche il rafforzamento delle frontiere del paese. È critica della legge di Barack Obama «No Child Left Behind» (nessuno bambino deve restare indietro), in quanto a suo avviso non finanziata adeguatamente. Si è adoperata per i diritti dei possessori di armi, e si è opposta fermamente alle proposte di limitazioni in proposito. È moglie di un astronauta, cioè di un patriota. Uno che porta la bandiera americana in giro per il cosmo. Non è una nemica dei repubblicani, né di quel mondo conservatore che adesso viene visto come il retroterra nel quale è nato l’agguato che ha subito.
C’è qualcuno che la odia, certo. Lo sapeva anche lei, da tempo. Nel 2009, sempre durante un evento del «Congress at your corner» come quello al quale presenziava ieri, un uomo era stato bloccato dalla polizia dopo che la sua pistola era caduta sul pavimento del supermecato dove si stava svolgendo l’incontro. Lo scorso marzo, poi, l’ufficio di Tucson di Giffords era stato oggetto di vandalismo poche ore dopo che la Camera dei rappresentanti aveva votato sul sistema sanitario nazionale. Adesso l’aggressore deve parlare, deve spiegare, deve raccontare. Anche perché forse non ha agito da solo: la Cnn parla di 12 persone fermate perché sospette. L’America vuol sapere chi sono e vuole una risposta certa a quell’unica domanda: perché?. Il presidente Barack Obama ha parlato alla nazione: «Un atto di insensata e terribile violenza che non ha alcun posto in una società libera».

Ha parlato anche lo Speaker della Camera, il repubblicano John Boehner: «Sono inorridito». Poi Sarah Palin che su Facebook si sente di scrivere il suo pensiero: «Sentite e sincere condoglianze». Arrivano quando Giffords è ancora viva e non è un’uscita elegante.

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