Un'inedita sfumatura di indie rock

Successo per i Royal Bravada che pubblicano il loro secondo ep «War»

Luisa De Ponte

Non si tratta di quell'indie rock che ha raggiunto la gloria nel 2006 . Quello dei Royal Bravada è un sound diverso, un'inedita sfumatura dell'indie rock italiano in cui vengono esplorate nuove sonorità che strizzano l'occhio al brit-indie e allo stoner rock. Albi (voce), Tony (basso), Luke (chitarra) e Vale (batteria) sono musicisti dotati di un atteggiamento vincente fatto di quella convinzione che domina il palco durante i live show e trasforma ogni concerto in un puro concentrato di energia, pronto a mandare in visibilio anche lo spettatore di passaggio. Basta ascoltare Darkside Backyards, il singolo che ha lanciato l'ep War, secondo disco dopo l'esordio due anni fa, per avere un'idea delle intenzioni della band. Un rock ricercato, potente nella batteria, scandito da violenti assoli di basso e instancabili riff di chitarra, il tutto armonizzato da una voce che non ha paura di azzardare. Il video del brano poi aggiunge quel mood un po' dannato all'immagine del gruppo, girato a bordo di una Gran Torino s'ispira al film cult Christine di John Carpenter. L'ep è un ritmo in crescendo che esplode in pezzi come No Ledge ed Every Time I Die e che trova il suo equilibrio in Alfie. Uno stile che ha convinto persino gli addetti ai lavori che li hanno voluti nella lineup dell'I-Days Festival di Monza, un'ora prima dei Sigur Ròs.

«Un disastro annunciato» secondo i più scettici, un successo inaspettato che ha visto il tendone del Brianza Rock Festival riempirsi di curiosi, in fila pur di vedere quello spettacolo che per un attimo ha fatto dimenticare a tutti gli headliner.

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