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Malattia del Congo, primi test: "80% dei campioni positivi a malaria"
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Prima visione

In un’epoca, come la nostra, dove la fila di aspiranti star si ingrossa di pari passo con la loro incapacità artistica, ecco che un film come Kick-Ass può passare, tranquillamente, da manifesto per chiunque aspiri ad uscire dall’anonimato liberando il proprio ego attraverso la scorciatoia, il più delle volte insidiosa, fornita da una telecamera o da Internet. L’importante, per non finire con altrettanta velocità nel dimenticatoio, è avere l’idea giusta. «Perché migliaia di persone vogliono essere Paris Hilton e nessuno vuole essere Superman? Sì, perché? E lei non ha nemmeno tette» si chiede il protagonista di questo cinecomic di Mark Millar diventato già fenomeno di culto per l’ironia con il quale rappresenta la nostra realtà e i suoi peccati di protagonismo. Dave è l’antitesi di un supereroe: non è stato punto da ragni, non è venuto da altri pianeti, è uno sfigato. Eppure, nella nazione che concede a tutti almeno una chance, gli basta smettere di masturbarsi pensando ai seni della professoressa di inglese, comprare una tuta da sub su Internet e trasformarsi in un giustiziere mascherato. Almeno sulla carta perché le prime imprese si trasformano in batoste. L’incoscienza, però, premia; un giorno, mentre allontana tre ceffi che stanno picchiando un malcapitato viene ripreso dal solito telefonino. L’atto eroico, postato in rete, lo trasforma rapidamente in una celebrità perché non è importante ciò che fai ma come lo fai. Braccato da un boss mafioso che lo ritiene responsabile della morte di alcuni suoi uomini, sarà aiutato da due personaggi mascherati dalle notevoli capacità balistiche e delle arti marziali, ovvero Nicolas Cage alias Big Daddy (che qui recita perfettamente grazie alla maschera che ha sul viso che gli copre la sua consueta monoespressione) e la sua figlioletta Hit-Girl, strepitosa macchina da guerra in miniatura e parrucca viola che fa impallidire la Thurman di Kill Bill.


Paragone non casuale perché questa pellicola è pulp come un film di Tarantino, profetica e visionaria come uno di Snyder e maledettamente ironica e divertente. Linguaggio scurrile e violenza all’estremo hanno creato problemi negli States ma il suo fascino sta proprio in questa sfacciata trasgressione che non turba.

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