Diritti tv: l'Antitrust boccia i criteri di ripartizione Le «piccole» sperano

Diritti tv: l'Antitrust boccia i criteri di ripartizione Le «piccole» sperano

Sui diritti tv del calcio italiano (complessivamente 1 miliardo di euro l'ammontare) è intervenuta l'Antitrust. E ha chiesto a Governo e Parlamento di modificare il vigente sistema offrendo anche un orientamento, cioè procedere a una ripartizione «decisa da un soggetto terzo rispetto alla Lega calcio» («Una cosa che non esiste in alcun Paese del mondo» la replica del presidente di Lega, Maurizio Beretta) e riconoscendo come criterio guida quello basato «sul merito sportivo». L'intervento dell'Antitrust ha reso felici, parzialmente, Zamparini (nella foto) e Campedelli, presidenti di Palermo e Chievo. La spiegazione è elementare: i due dirigenti hanno da sempre contestato il criterio utilizzato in Lega relativo al bacino d'utenza dei singoli club e la loro storia. «Si dividano il malloppo» fu il commento polemico di Zamparini in quella occasione. Il presidente del Palermo non è stato con le mani in mano.

E magari ha mosso l'influente amicizia con il neo-presidente del Senato Pietro Grasso, tifosissimo del Palermo, per ottenere l'intervento dell'Antitrust in vista di una possibile cessione del club siciliano a investitori arabi. Zamparini è rimasto contento a metà perché non è stato indicato il soggetto deputato alla riforma. Anzi la materia è stata rimessa nelle mani di Governo e Parlamento, con tempi imprevedibili.

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