di Tony Damascelli
Ha scelto il luogo ideale per la sua denuncia: sala Masaniello, a corso Umberto I. Masaniello fu il capopopolo della rivolta contro la pressione fiscale imposta dal governo spagnolo, al grido di "Viva 'o rre 'e Spagna, mora 'o malgoverno" riuscì nell'impresa di cancellare le gabelle ma finì ammazzato a soli anni ventisette dai suoi stessi sodali di rivolta. Diego Armando Maradona del rivoluzionario ha soltanto l'aspetto, barbudo come vuole il repertorio sudamericano, di fede castrista, un sigaro più lungo della sua carriera enorme, le frasi ad effetto, alcune frequentazioni che fanno tendenza ma alla fine resta un ragazzo fragile mai diventato uomo o un uomo che fatica a fare i conti con una esistenza diversa da quella magnifica che ha vissuto e che ha regalato al popolo, non soltanto quello napoletano, alla gente che ama il calcio. La vicenda delle tasse non pagate non c'entra nulla con il popolo. Masaniello si batteva per le gabelle che opprimevano i poveri, qui Diego Armando fa un viaggio veloce da Dubai, dove ha domicilio, a Napoli, dove teneva fortuna, per dire che lui non è un evasore e i colpevoli sono altri, mentre lui si allenava e giocava a football. Non è un omicida e questo lo sappiamo. Semmai è un tentato suicida perché molto ha fatto per rovinare la propria figura leggendaria, affidandosi a strani figuri. L'artista maledetto non è roba per lui, semmai per chi gli ha ronzato attorno approfittandone e poi scaricandolo come si usa in modo vigliacco. Se ripensate a Marco Pantani capirete.
Maradona che ho incontrato a Dubai, a fine anno, era un uomo con gli occhi di nostalgia e una voce lenta e senza speranza. Gli ricordavo alcuni episodi del suo passato, soprattutto in Spagna dove lo consideravano un peluso, un vaquero, un uomo da abbattere così come riuscirono. Ascoltava i ricordi e sorrideva reduce da se stesso, senza una sola reazione, questa è la bestemmia che non posso perdonargli. Trentaquattro milioni di euro sono una cifra colossale ma è colossale la figura che il Paese ha fatto allo scalo di Fiumicino con la scorta di uomini della finanza e dell'arma dei carabinieri, perché questo è il nostro circo nel quale Maradona è stato un protagonista. Qualche anno fa i finanzieri gli sequestrarono, come anticipo, un paio di orecchini preziosi, poi riacquistati da Miccoli per 25mila euro ad un'asta, per farne dono e restituzione al campione. Fu quello un altro atto ridicolo della commedia all'italiana. Ieri la cronaca ha offerto altre sceneggiate, in linea con le ultime notizie della nostra politica: "Viva 'o rre, mora 'o malgoverno".
Nessuno ha saputo dargli una risposta, Maradona è risalito sull'aereo ed è rientrato tra gli emiri, là continuerà a smacchiare i giaguari. Più facile che smacchiare trentaquattro milioni.
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