Ricordate il clamoroso poker subito dalla Nazionale olimpica di Rocca nelle Olimpiadi del 1988 contro lo Zambia dell'allora «fenomeno» Kalusha Bwalya? Era una squadra di campioni, da Tacconi a Ferrara passando per Virdis e Tassotti. Con un passivo meno pesante, 25 anni dopo, un'altra nostra rappresentativa azzurra (l'Under 19 di Di Biagio, in pratica il futuro del calcio italiano) viene battuta dalla Libia ai Giochi del Mediterraneo. Premessa: in questa manifestazione, la nazionale del paese governato a lungo dal rais Gheddafi ha conquistato il bronzo nelle ultime due edizioni di Almeria 2005 e Pescara 2009. Detto questo, la figuraccia resta per l'1-2 incassato che ci ha fatto perdere il podio. Gli azzurrini arrivano da club di A e B, ma pochissimi dei 18 convocati possono vantare qualche sporadica apparizione con le prime squadre. E così un Tak Tak o un Al Shady qualsiasi matano la nostra nazionale, che dopo l'argento di Pescara esce dalle prime quattro.
L'Italia può recriminare per i due legni colpiti durante la partita, ma il gruppo di Di Biagio - che pure aveva sofferto anche con la Tunisia (2-2) - appariva superiore a quello libico, nato dalle macerie di un campionato sospeso per la guerra civile che portò all'uccisione di Gheddafi. Oggi lo spareggio per il 5° posto con la Bosnia chiuderà la deludente avventura dei nostri virgulti calcistici, a pochi giorni di distanza dallo splendido Europeo di categoria dell'Under 21 in Israele.
E nella giornata di ieri a Mersin, un altro sgambetto di un'africana per una rappresentativa italiana. L'inatteso k.o.
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