Maria Rosa Quario
E si continua a parlare di sci, non solo perché sulle montagne stanno cadendo metri di neve, ma, soprattutto, perché in coppa del mondo l'Italia continua ad andare forte. E quanto forte! Ieri, quando in Italia erano le tre del mattino (e i veri appassionati hanno messo la sveglia per seguire la gara di discesa in diretta) finalmente, al 28° attacco stagionale, il 61° della carriera in coppa, è arrivata la vittoria per Sofia Goggia, la ventiquattrenne bergamasca che da fine novembre a oggi ha riscritto la storia della sua tribolata carriera e, in parte, anche quella dello sci femminile italiano.
Jeongseon, Corea del Sud, pista che fra meno di un anno assegnerà le medaglie olimpiche delle gare veloci. E' qui, in questo teatro un po' tristanzuolo e disertato dal pubblico (lo sci in Corea è relegato in una nicchia, interessa davvero poco!), è qui che Sofia ha azzeccato la discesa perfetta, indispensabile per battere la dominatrice delle prove dei giorni scorsi Lindsey Vonn (per lei prova tutt'altro che impeccabile) e la regina della stagione Ilka Stuhec. Sette i centesimi che hanno regalato la gioia più grande alla Goggia, sette come quelli che al Mondiale le avevano fatto perdere il bronzo, proprio a favore dell'americana. Corsi e ricorsi, delusione e gioia, lo sport è questo, è anche questo e la bravura di Sofia è sempre stata soprattutto quella di non mollare mai, dopo gli infortuni, dopo gli errori, dopo le delusioni. Con grande autostima, convinzione, determinazione e sicurezza lei ogni volta ha saputo tornare in partenza per rimettersi in gioco, un gioco che è stata la sua vita da sempre, da quando bambina voleva fare il maschiaccio e nelle gare di sci le dava proprio ai maschi, perché era già grintosa, veloce e vincente.
«La vuoi tanto, la vuoi da tutta la vita e quando meno te la aspetti lei arriva: la mia prima vittoria in coppa del mondo! Questa mattina non è la solita sveglia che vi ha destato, bensì il mio urlo di gioia che arriva fino in Italia!». Questo ha scritto Sofia sui suoi profili social, cliccatissimi, questo ciò che ha detto a caldo dopo il decimo podio stagionale e la prima vittoria, che va ad aggiungersi a cinque secondi e quattro terzi posti, senza dimenticare il bronzo mondiale in gigante: «Non me l'aspettavo, no, perché visto com'era andata la Vonn in prova pensavo di poter lottare per il terzo posto. Sono stata brava a gestire il passaggio dove in prova avevo sempre saltato una porta e arrivare giù con 7/100 di vantaggio, gli stessi che a St. Moritz mi erano costati la medaglia, è stato bello, ma poi ho sofferto perché la pista in alto si è velocizzata e in tantissime mi erano davanti ai primi due intermedi».
Proprio così, ma è nella parte dei curvoni lunghi, dove la precisione delle linee era fondamentale per non perdere velocità, che nessuna è stata brava come lei, capace di condurre sugli spigoli ma allo stesso tempo di mollare gli sci verso la pendenza, con un po' meno foga del solito (dagli errori c'è sempre da imparare, Sofia lo sa benissimo) e quindi un rischio calcolato, non eccessivo come al Mondiale.
Ora che Sofia ha sfatato il tabù vittoria, ora che ha superato Deborah Compagnoni nel conteggio dei podi stagionali (10 a 9), ora che il podio finale nella coppa del mondo generale è quasi certo (è ancora quarta, ma davanti c'è Lara Gut, ormai fuori gioco, mentre quelle dietro sono ben distanti), ora che l'obiettivo mille punti è a portata di sci ora, cos'altro ci riserverà Sofia Goggia in questo suo magico inverno? Magari stamattina ci sveglierà con un altro urlo di gioia, nella notte infatti si è corso il superG.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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