Spostare San Vittore? Per Pisapia non se ne parla più

Archiviato. Il progetto che faceva sognare tanti milanesi, quello di un carcere lontano dal centro e una grande area da destinare alla città dove ora ha sede San Vittore, è destinato a rimanere appunto un sogno. Sarà la crisi, o saranno le legittime ambizioni che si scontrano con la dura realtà e fanno rinunciare ai principi «di sinistra», ebbene il sindaco Pisapia ha chiarito che non se ne parla, almeno per il momento. San Vittore, che pure è l’incarnazione del disagio in cui versano le carceri italiane a danno soprattutto dei più deboli (1.658 presenze per 712 posti) resta dov’è. E la Cittadella della giustizia a Porto di Mare? Boh. Il sindaco Giuliano Pisapia è stato chiaro: «La zona dove era prevista la Cittadella della giustizia la useremo per altre cose», ha detto il primo cittadino a un incontro alla Casa della Cultura organizzato da Idv.
Interpellato dal pubblico riguardo al destino del carcere milanese «sul fatto di trasferire San Vittore o meno il dibattito - ha risposto il sindaco - non è facile. Io penso che lasciare il carcere, ovviamente con una struttura più vivibile, presente in quella zona della città, significa non dimenticare cosa c’è di bene e di male in quel carcere». Quanto al progetto previsto a Porto di Mare «la cittadella della giustizia - ha detto - oggi non è praticabile, per mille motivi. Ormai hanno speso così tanto per trovare nuovi posti in Tribunale che sarebbe incredibile fare la cittadella della giustizia adesso. La zona dove era prevista la Cittadella della giustizia la useremo per altre cose».

Dunque Pisapia ritiene che «sia importante che chi passa nella zona di San Vittore rifletta su quel tema, ma ho anche il timore che sia una zona molto appetitosa: finché non avremo, insieme, la capacità di governare complessivamente la città e di evitare che ci siano infiltrazioni della mafia o situazioni senza controlli severi sulla edificazione o sulla edificabilità di certe zone, San Vittore lì è anche una garanzia».

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