Squillano i cellulari assassini in un delirante giallo-horror

Appena Shelley si affaccia nello stagno, una mano esce dall’acqua, l’afferra e la tira giù. Senza dimenticare il gatto, che fa la stessa tragica fine. Poco dopo tocca alla sua amica Leanne, precipitata da un ponticello sotto il treno, quindi a un altro studente, Brian, trafitto da un tubo d’acciaio piovuto dal cielo. Tre morti annunciate sul cellulare di un compagno di college, in cui sono stati indicati con macabra precisione il giorno e l’ora della relativa dipartita. I morituri hanno avuto le identiche premonizioni: la fulminea visione di spettrali manichini e di viscidi millepiedi. L’investigatore Jack Andrews (Edward Burns), la cui sorella è morta in stranissime, analoghe circostanze, cerca la soluzione del busillis con l’aiuto della bionda Beth (Shannyn Sossamon), rigirandosi tra le mani la caramella rossa che le vittime stringevano tra i denti. Il traguardo nei meandri dell’ospedale St. Luke.
Di più non val la pena di riferire, per non togliere al pubblico lo sfizio di scoprire la macchinosa conclusione di Chiamata senza risposta, del francese in trasferta Eric Valette, un farneticante giallo intinto nell’horror. O viceversa. Dove si annidano i personaggi più stravaganti, quasi tutti destinati a scomparire presto di scena, la maggior parte in posizione orizzontale. Esorcisti e imbonitori tv, infermiere smemorate e bimbe mute, madri crudeli e orsacchiotti parlanti affollano un’operina che ha l’unico merito di durare poco più di un’ora.

Lo spettatore, più che chiedersi come si può fare un film così scemo, si domanderà dove si comprano quei telefonini che continuano a funzionare anche dopo lunghissime soste nell’acqua e cadute da altezze proibitive. Ecco il vero enigma.

CHIAMATA SENZA RISPOSTA di Eric Valette (Usa, 2007) con Shannyn Sossamon, Edward Burns. 78 minuti

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