La stanza di Mario Cervi

Egregio dottor Mario Cervi, fra i misteri della travagliata storia democratica del nostro Paese c’è anche quello, famosissimo, del presunto tentativo di golpe del «Piano Solo», nel 1964. Sembra che non sia stata ancora definita la verità, anche se moltissimo si è scritto e parlato di quel «tintinnìo di sciabole», e così oggi arrivano nuove rivelazioni (almeno tali appaiono) su ciò che quel «Piano» è stato o non è stato. Ho letto, infatti, che non fu un tentativo di colpo di Stato, ma un atto preventivo per garantire la sicurezza del Paese in caso di manifestazioni comuniste eversive di piazza che avrebbero potuto verificarsi alla caduta dell’allora Governo Moro (il primo centrosinistra della storia politica e amministrativa della nostra Repubblica); una caduta ipotizzata dal presidente della Repubblica, Antonio Segni, che a sua volta era preoccupato della svolta riformista di quel Governo e perciò deciso a rimpiazzarlo con la formazione di un nuovo Governo caratterizzato da una spiccata «chiusura» a sinistra.

E, ho letto, fu proprio il presidente Segni a chiedere al generale comandante dei carabinieri Giovanni De Lorenzo di approntare un piano segreto anti-eversione che, fra l’altro, doveva prevedere pure l’arresto di alcune centinaia di esponenti della sinistra politica e sindacale. Al giornalista navigato e studioso esperto della Storia d’Italia quale lei è, egregio dottor Cervi, chiedo di aiutarmi a capire come davvero andarono le cose in quei drammatici giorni.
Torremaggiore (Foggia)

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