La stanza di Mario Cervi

In occasione del 150º Anniversario dell’Unità d’Italia meritano di essere segnalate due lettere di una eroica madre del nostro risorgimento, la contessa Donna Adelaide Cairoli-Bono, riportate e commentate dallo storico Carlo Morandi in Bollettino della Società Pavese di Storia Patria (XXIX, 1929, fasc. 1-4, pagg. 248-253, anche in Carlo Morandi: Scritti storici, a cura di Armando Saitta, volume secondo, Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea, 1980). Sono indirizzate all’ing. Giovanni Tirinanzi, intendente presso la casa Turati di Milano, noto patriota. Alla contessa erano morti nel 1859 il figlio Ernesto, ucciso tra i Cacciatori delle Alpi, e nel 1860 il figlio Luigi, colpito da tifo a Cosenza, mentre era al seguito della Spedizione dei Mille. Ecco le prime righe della prima lettera, scritta all’indomani delle festività natalizie e di certo in risposta alle espressioni di condoglianza del Tirinanzi: «Mi limito a ringraziarla dall’intimo del mio povero cuore, Egregio Signore, di avere contribuito con la sua cara lettera a temperarmi lo strazio della ricorrenza di quel giorno altre volte sì lieto per la povera madre che Le scrive...

ed ora per lei sì triste! \ Ma dica, Egregio Signore, questo tributo che si volle dal mio amor materno non gli è forse troppo? Non ebbe già io sacrificati prima due altri e quasi un terzo, il mio Benedetto? Ed ora perché mai mi venne rapito il mio Enrico e quasi mi toglieva anche il mio Giovannino? Oh, è troppo \ Quanti dolori, quante inaudite sventure, pel nostro paese, e trovarsi ora svergognati, avviliti dallo straniero e da quel barbaro e sacrilego governo che è la negazione di ogni bene e chiamano Papato!».
Binasco (Milano)

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