La stanza di Mario Cervi

Sono un dipendente Equitalia e mi sento in dovere di scrivere due parole per quello che sta accadendo da qualche giorno. Dopo il sequestro per cinque ore del collega vicentino che si era recato per notificare una cartella esattoriale, siamo arrivati alle bombe e lancio di uova e ortaggi presso lo sportello Equitalia Gerit “Togliatti” di Roma. È naturale che se i “fenomeni” politicanti come Casini e Bocchino, pur di racimolare qualche voto, visti i risultati da uno virgola alle ultime elezioni amministrative, sparano in televisione delle vessazioni che Equitalia farebbe nei confronti dei “poveri” contribuenti nella riscossione delle tasse, la gente alla fine crede davvero che i soldi che incassiamo ce li teniamo in tasca invece che riversarli nelle casse degli enti che ci affidano l’ingrato compito.

Una volta per tutte poi in Italia bisogna decidersi: se non si pagano le tasse tutti urlano strepitanti verso gli evasori, se si riscuotono le tasse tutti urlano verso Equitalia: alla fine si può sapere cosa vuole davvero questo “povero” italiano che non vuole pagare le tasse ma poi si presenta allo sportello con i vestiti firmati, l’auto di lusso e l’Iphone dell’ultima generazione e non rinuncia mai alle ferie e alla gita fuori porta ogni domenica?
Lettera firmata

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