la stanza di Mario CerviIl talento non si misura solo con lauree e master (veri o falsi)

Sono e siamo in famiglia da oltre vent'anni lettori del Giornale (già avete pubblicato alcune lettere a firma di mio padre e mia sorella). Vi scrivo perché sono stato molto incuriosito (e rammaricato) dalla cronaca dei falsi titoli accademici. Potrei fare un elenco di quanti ne conosco che si spacciano per dottori, plurilaureati etc. ma che in realtà sono al massimo diplomati. Io invece di lauree ne posseggo (veramente) due, oltre a un vero master e specializzazioni, in università italiane ma non frega a nessuno.
Dottore in Comunicazione Internazionale,
Esperto in psicologia forense e vittimologia)
Nola (Napoli)

Caro Ronga, complimenti per l'affezione sua e dei suoi familiari al Giornale. E complimenti anche per le sue tre lauree (ma cos'è la vittimologia?). Quanto al problema da lei posto, penso che proprio il proliferare delle lauree false attenui il valore delle lauree vere. Non sono molto severo, visti i tempi che corrono e la spregiudicatezza dei costumi, nei confronti di coloro - noti o ignoti - che vantano una o più lauree inesistenti. Come punizione per il mariuolo dovrebbe bastare, dopo che il falso è stato scoperto, la disistima generale. Mi riferisco, sia chiaro, a lauree innocue, non a quella d'un furfantello che, vantandosi medico senza esserlo, mette a rischio la vita dei malati. Aggiungo - essendo tra coloro cui non piace il valore legale dei titoli di studio - che la parità formale e burocratica delle lauree è una dannosa finzione perché alcune in alcuni atenei sono elargite con spensierata generosità, e altre sono il frutto di molta applicazione e molta fatica. Forse l'imbroglio delle lauree e dei master ostentati e mai conseguiti sarebbe meno diffuso se il pezzo di carta attestante la partecipazione a un corso di studi non fosse aureolato di solennità e autorevolezza eccessiva.

Lo so, forse sono ingiusto sminuendo la soddisfazione di bravi giovani e dei loro genitori per l'approdo legittimo al «dott.» sul biglietto da visita. Questo mio distacco deriva forse dal gran numero di talenti privi di laurea e provvisti di grande intelligenza che ho conosciuto nella mia vita.